1 ott 2019 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
In anni di incertezza economica il conto deposito sembra rappresentare una forma di investimento sicura.
Non a caso sono sempre di più gli italiani che scelgono di destinare una parte del proprio capitale a questo tipo di conto che ha il pregio di essere senza spese e di garantire una remunerazione sicura, anche se non esagerata, sul piano delle cifre.
Le richieste di apertura per i conti vincolati con cifre comprese tra i 15mila e i 20mila euro sono, infatti, quelle più in crescita: nel 2018 corrispondevano a poco più del 20 per cento del totale, mentre adesso si è arrivati a sfiorare il 36 per cento. Questo dato costituisce il record storico, a dimostrazione di come gli italiani non vogliano investire cifre troppo elevate (o semplicemente non hanno a disposizione capitali così ingenti da impegnare).
Per di più, è utile tener presente che, come per il conto corrente, anche il conto deposito è garantito fino a 100mila euro: insomma, anche nella remota ipotesi in cui la banca prescelta dovesse fallire, non si correrebbe il rischio di perdere i propri soldi.
In generale, dunque, possiamo dire che un conto deposito è consigliato qualora si avesse un po’ di capitale da parte senza la necessità di utilizzarlo: in questa condizione è possibile sottoscrivere un conto deposito vincolato in cui una cifra viene ‘fermata’ per un periodo di tempo che può essere di 3,6, 12,18 o anche 60 mesi. In tale periodo essa non può essere sbloccata. In cambio del vincolo, però, si hanno dei tassi di rendimento più alti che crescono a seconda della durata del vincolo stesso. Se il risparmiatore svincola il capitale depositato prima della scadenza deve poi pagare una penale.
C’è poi il conto deposito non vincolato che è quello che non prevede che si vincolino delle somme. Sottoscrivendo tale conto, il risparmiatore può ritirare, invece, invece le somme depositate in qualsiasi momento senza penali. La differenza è che con quest’ultimo i tassi di interesse saranno inferiori.
Per aprire un conto deposito necessariamente si dovrà avere un conto corrente classico in quanto quest’ultimo fungerà da appoggio e permetterà di effettuare operazioni di trasferimento di denaro dal conto corrente al deposito e viceversa. Per depositare la cifra che si vuole sul conto deposito si dovrà soltanto fare un bonifico mentre per ritirare il denaro si dovrà fare l’operazione inversa e quindi trasferire il denaro da conto deposito a conto corrente.
La documentazione che servirà per aprirlo sarà solo il codice fiscale, il documento di identità in corso di validità e l’Iban del conto corrente.
Le funzionalità del conto deposito sono molto limitate ed anche i costi lo sono in quanto in genere essi sono pari a zero. È possibile, però, che per alcune tipologie di conto vengano addebitate delle spese per l’apertura o un canone mensile per mantenerlo.
Dal punto di vista fiscale, invece, la legge prevede che vi sua una ritenuta del 26% sugli interessi riconosciuti sul conto deposito. L’imposta di bollo ammonterà invece allo 0.2% della giacenza ma per il periodo di tempo in cui il conto è stato attivo. Potrebbe anche succedere che la Banca paghi essa stessa tale onere.
Il costo del conto deposito varia, dunque, a seconda delle condizioni che vengono previste dalla banca e quindi, in sostanza, in base all’istituto di credito a cui ci si rivolge. Sul mercato, come già detto, sono oggi disponibili anche conti deposito a zero spese di gestione e a zero canone, che determinano la totale gratuità per il cliente: questi non è tenuto a pagare neppure l’imposta di bollo che viene presa in carico direttamente dall’istituto di credito. Ovviamente le banche propongono soluzioni di questo tipo con l’obiettivo di attirare nuovi clienti, ed è sempre opportuno verificare quanto duri la gestione a costo zero: di solito, infatti, l’imposta di bollo torna a carico del titolare a partire dal secondo anno in poi.
Tra gli altri possibili costi legati al conto deposito:
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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