Tasse di successione sul conto corrente: cosa fare

Quando il titolare di un conto corrente muore, il denaro depositato, i titoli e quant’altro è collegato a quel conto spetta ai parenti per legge, secondo le quote stabilite dal Codice civile, o a chi è stato indicato dal defunto nel testamento, se c’è. Prima di poter prendere possesso dell’eredità bisogna però rispettare una determinata procedura e pagare le tasse di successione.
Cos’è la tassa di successione sul conto corrente
E’ un’imposta che si paga per legge allo Stato e che parte da un minimo del 4% sino a un massimo dell’8% del patrimonio del defunto, in base al suo vincolo di parentela con gli eredi. Per il coniuge e i figli, l’entità della tassa è del 4% e prevede una franchigia pari a 1 milione di euro a testa. Se ad esempio il patrimonio non supera il milione, non va pagata alcuna tassa, se è superiore si pagherà il 4% sull’importo in eccesso. Lo stesso meccanismo si applica ai fratelli, che devono invece pagare il 6% con una franchigia di 100mila euro ciascuno, mentre tutti gli altri parenti devono versare sempre il 6%, ma senza avere diritto ad alcuna franchigia. A tutti gli altri soggetti si applica un’aliquota pari all’8%. A partire dal 1° gennaio 2017, la tassa di successione va pagata esclusivamente servendosi del modello F24.
Come eseguire la successione ereditaria del conto corrente
Se il conto era intestato al solo defunto, per avviare l’iter burocratico, gli eredi devono presentare alla banca il certificato di morte e l’apposito modulo da ritirare, e compilare, presso l’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima operazione va effettuata entro 12 mesi dalla morte del titolare e serve per avviare la procedura di successione. Gli eredi devono anche restituire alla banca ogni strumento di pagamento collegato al conto corrente, come bancomat, carta di credito e libretto degli assegni. Nel caso non si trovassero, è necessario sporgere immediatamente denuncia. Gli eredi hanno infine il diritto di chiedere alla banca tutte le informazioni relative al rapporto tra la stessa e la persona deceduta per verificare l’esistenza di eventuali titoli, libretti di risparmio, fondi etc.
Cosa succede se il conto è cointestato
Se il conto è cointestato (a un’altra o a più persone), bisogna considerare due casi: conto con firma disgiunta, cioè ogni intestatario può effettuare qualsiasi operazione autonomamente, e conto con firma congiunta, quando per operare è necessaria la firma di entrambi. Nella prima ipotesi, il cointestatario (ad esempio la moglie) ha il diritto di disporre della sua quota, mentre la restante va suddivisa tra gli eredi, tra i quali anche la moglie. In caso di firma congiunta, il conto viene bloccato e il cointestatario e gli eredi devono presentarsi insieme in banca per svincolare il denaro depositato.
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