28 feb 2020 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
Nel 2019 quasi 39 milioni di italiani dai 6 anni in su – il 67,9% della popolazione - hanno navigato sul web almeno una volta nell’arco di tre mesi. Il 76,1% delle famiglie ha un accesso a internet e il 74,7% dispone di una connessione a banda larga. A certificarlo è l’Istat nell’ultima ricerca su cittadini e tecnologie della comunicazione e dell’informazione. L’indagine rileva un dato su tutti: nel Paese continua a crescere l’utilizzo della rete.
Nel 2019 812mila persone in più rispetto all’anno precedente hanno viaggiato online e la quota di chi si è collegato a Internet quotidianamente è passata dal 51,3 al 53,5%. Il nostro resta però un Paese spaccato, tra Nord e Sud, tra giovani e anziani, tra chi ha maggiori possibilità economiche e chi, per basso grado di istruzione o per scarsi mezzi resta ai margini della rivoluzione tecnologica.
I gap digitale divide le vecchie dalle nuove generazioni e influenza le abitudini e i consumi delle famiglie, e su questo la dicono tutta i dati sulla banda larga: se da una parte la quasi totalità dei nuclei familiari con almeno un minorenne – il 95,1% - ha un collegamento di questo tipo, tra quelli composti esclusivamente da over 65 solo uno su tre (il 34%) si è procurato la linea veloce.
D’altra parte naviga in Internet più del 90% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni, la quota scende al 72,4% tra i 55-59enni e si più che dimezza, toccando il 41,9% tra le persone tra i 65 e i 74 anni. Ma qualcosa sta cambiando, perché è proprio tra gli over 65 che aumenta a un ritmo più sostenuto il numero di chi si connette alla rete abitualmente: tra il 2018 e il 2019 la percentuale è salita di circa 6 punti. Certo, non è detto che lo facciano con la disinvoltura di chi sa maneggiare i nuovi strumenti tecnologici e ne ha compreso i meccanismi di funzionamento. In questa fascia la quota di internauti con competenze digitali elevate si ferma al 10%, contro il 39,4% della fascia tra i 16 e i 19 anni e il 45,1% in quella tra i 20 e i 24 anni.
Anche il titolo di studio è un fattore in grado di condizionare l’accesso a Internet. Nel 2019 ha una connessione a banda larga il 94,1% delle famiglie con almeno un componente laureato contro il 46,1% di quelle in cui il titolo di studio più elevato è la licenza media. Anche tra i cosiddetti baby boomer, l’ampia fascia di età tra i 54 e i 73 anni, i laureati gli utenti della rete sono l’88%, contro il 40,9% dei coetanei con livelli di studio bassi. Evidenza, quest’ultima, che potrebbe fare il paio con un’altra: la maggior parte delle famiglie che non ha una connessione a Internet da casa indica come principale motivo la mancanza di capacità nell’usare le nuove tecnologie (56,4%).
L’Istituto di statistica registra anche notevoli differenze geografiche, rimarcando la posizione svantaggiata del Mezzogiorno. Le regioni più “connesse”, risultano essere Trentino Alto Adige, il Veneto e il Lazio, con la percentuale più elevata di famiglie che hanno una connessione a banda larga. Maglia nera, invece, a Puglia e Calabria, le regioni con la quota più bassa di utenti di Internet (rispettivamente 59,7% e 60,1%). Anche il fatto di vivere o meno in un grande centro influisce sui dati di accesso: nelle aree metropolitane la disponibilità della connessione veloce arriva al 78,1% mentre nei comuni fino a 2mila abitanti scende al 68,0%.
Cosa fanno gli italiani attraverso la rete? Le attività più diffuse, scrive l’Istat, sono “quelle legate all’utilizzo di servizi di comunicazione che consentono di entrare in contatto con più persone contemporaneamente”. Nell’arco di tre mesi più di 8 utenti over 14 su dieci si sono scambiati messaggi e quasi due su tre hanno effettuato chiamate via Internet. Per molti la rete è anche una fonte di informazione (il 57% del campione usa il web per documentarsi), o serve a fare shopping (57,2%), scaricare immagini, film, musica o giochi (47,3%). Infine, il web viene usato anche per collegarsi con la propria banca (46,4%), o entrare in contatto con la pubblica amministrazione (29,3%).
A seconda dell’età, della condizione sociale e della posizione geografica cambia anche il mezzo utilizzato per accedere al web. E se per alcuni lo strumento privilegiato resta il pc, in tantissimi sono ormai migrati verso lo smartphone. Tra gli utenti over 14, il 91,8% si serve del cellulare, il 43,3% usa il Pc a postazione fissa, il 27,2% il laptop o il netbook, seguono i tablet (25,7%), mentre il 6,1% utilizza e-book, smart watch o altri dispositivi mobili.
Sono soprattutto i giovani di 20-24 anni a utilizzare Pc e smartphone (43,9% contro 35,7% della media), anche se una porzione considerevole di loro ha come canale esclusivo lo smartphone (29,5%). Al contrario, nella fascia di chi ha più di 65 anni si registra la percentuale più elevata di chi si connette solo via computer (il 18,7%, contro 5,4% della media). L’uso esclusivo dello smartphone è più diffuso proprio tra chi naviga meno, vale a dire tra le persone con basso titolo di studio (51,7%) e che abitano nelle regioni meridionali (40,7%).
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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