Truffa del sì: cosa fare se hai risposto sì ad un call center

La truffa del sì è una delle più comuni tra quelle telefoniche, e si basa su una tecnica subdola quanto semplice: ottenere una risposta affermativa per usarla in modo illecito. Negli ultimi anni, questa pratica ha colpito numerosi utenti, spesso a loro insaputa, portando all’attivazione di contratti mai richiesti. Comprendere come funziona e quali sono i segnali a cui prestare attenzione è il primo passo per proteggersi da questo tipo di raggiro.

Cos’è e come funziona la truffa del sì

La truffa del sì è un raggiro telefonico in cui un operatore pone domande apparentemente innocue, come “Lei è il signor Rossi?” o “Ha ricevuto la bolletta?”, con l’unico scopo di far rispondere “sì”.

Questa risposta, registrata, può essere manipolata per attivare senza consenso contratti di telefonia, luce, gas o altri servizi. In Italia è piuttosto diffusa e colpisce in particolare le persone anziane, ma può riguardare chiunque risponda con fiducia a una chiamata sconosciuta. 

Lo schema è sempre lo stesso: la chiamata arriva da un numero anonimo o non identificato, e la conversazione è strutturata per indurre una risposta affermativa. Quel “sì” viene poi estrapolato e inserito in una finta registrazione contrattuale, facendo sembrare che tu abbia accettato il servizio.

Come difendersi

Per proteggersi da questa truffa è fondamentale evitare di rispondere “sì” a domande poste da sconosciuti al telefono. Anche in presenza di richieste apparentemente banali, come la conferma dell’identità, è preferibile utilizzare espressioni più neutre, ad esempio “Sono io, chi parla?” oppure “Con chi sto parlando?”. 

Anche risposte come “ok”, “va bene” o “certo” dovrebbero essere evitate, in quanto potenzialmente suscettibili di manipolazione e utilizzo illecito.

In caso di dubbio, la scelta più prudente consiste nel non rispondere a numeri non identificati. Abituarsi a gestire questo tipo di chiamate con risposte vaghe o generiche può ridurre significativamente il rischio, anche quando la conversazione appare del tutto innocua.

Strumenti utili

Oggi la tecnologia offre diverse soluzioni per limitare i rischi. App come True Caller permettono di identificare e bloccare automaticamente numeri associati a call center sospetti. Inoltre, iscriversi al Registro pubblico delle opposizioni (RPO) consente di bloccare le chiamate a fini commerciali. Si tratta infatti di un servizio gratuito che tutela i numeri di telefono da contatti indesiderati.

Cosa fare se hai già detto “sì”

Se hai risposto “sì” al telefono e temi di essere stato vittima della truffa:

• controlla la posta e le bollette: fai attenzione a lettere, email o bollette da fornitori che non conosci. Se ricevi una comunicazione sospetta, non ignorarla;
• invia subito un reclamo scritto: se ricevi una bolletta o una lettera da un nuovo fornitore, manda subito un reclamo tramite raccomandata o PEC. Chiedi la registrazione della telefonata in cui avresti accettato il contratto;
• controlla sempre le bollette: verifica che il fornitore sia quello che hai scelto. Se noti cambiamenti o errori, agisci subito;
• non pagare bollette sospette senza chiarimenti: se ricevi una fattura da un fornitore sconosciuto, non pagare subito, prima chiarisci la situazione.

Come annullare un contratto non voluto

Nel caso in cui venga attivato un contratto senza il consenso dell’interessato, è possibile procedere con l’annullamento inviando una comunicazione formale, tramite raccomandata o PEC, al nuovo fornitore.

In tale richiesta si può anche domandare l’accesso alla registrazione telefonica che dovrebbe comprovare l’accettazione del contratto, poiché spetta all’azienda dimostrare che il consenso è stato espresso in modo chiaro e volontario.

Se il fornitore non risponde o non collabora per risolvere la situazione, è legittimo rivolgersi alle autorità competenti, come la polizia o i carabinieri, per sporgere denuncia. Anche in presenza di una fattura già emessa, resta possibile contestare la validità del contratto e richiederne l’annullamento.