Autovelox non omologati: le multe potrebbero essere annullate
3 mag 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Alessandro d.

Le multe per accesso di velocità potrebbero essere annullate se derivate da apparecchiature non omologate.
Per la validità delle multe, infatti, non è sufficiente l'autorizzazione dell'autovelox da parte del Ministero delle Infrastrutture, ma è necessaria anche l'omologazione del Governo. Ma qual è la differenza tra omologazione e autorizzazione?
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Il caso di Treviso
È la conclusione alla quale è arrivata la Corte di Cassazione, dopo aver accolto il ricorso di un avvocato di Treviso, multato per eccesso di velocità, lungo la SR n. 53 (viaggiava a 97 km/h con il limite di 90). Secondo il legale, l'autovelox installato lungo la strada non era omologato ma solamente autorizzato. Una condizione non sufficiente per rendere valida la sanzione.
L'avvocato della Marca aveva fatto ricorso sfruttando anche un precedente contenzioso risalente a due anni fa, tra il giudice di pace al quale si era rivolto un altro automobilista multato per lo stesso motivo, e la magistratura ordinaria.
I due organi erano giunti a pronunciamenti opposti, mettendo in evidenza un vuoto normativo che provocherebbe l'annullamento delle sanzioni già elevate e ne eviterebbe quelle future, se provenienti da autovelox non omologati, ovvero non sottoposti dallo stesso governo a una verifica tecnica più puntuale, e quindi non regolamentari.
Differenza tra omologazione e autorizzazione
Siamo portati a pensare che i termini approvazione e omologazione siano sinonimi o, almeno, abbiano lo stesso valore. Ma il loro significato è molto diverso. Nonostante questo, il ministero per le Infrastrutture e dei Trasporti non omologa più gli autovelox dal 2020.
Che differenza c'è tra omologazione e approvazione? La situazione sulla quale si basa la vicenda è un paradosso: infatti, secondo il codice della strada (che da quest'anno introduce alcune novità), regolato dallo stesso MIT:
- per l'omologazione di un autovelox sono richieste alcune caratteristiche tecniche obbligatorie
- mentre per l'approvazione si intende l’autorizzazione del prototipo secondo degli standard definiti ma non specificati dallo stesso codice
Su questa totale mancanza di chiarezza i comuni hanno disposto nei loro territori dispositivi di rilevamento della velocità che rispettavano le caratteristiche obbligatorie, ma non testati. Di fatto, autovelox approvati ma non omologati.
Gli incassi nei comuni italiani
Un brutto colpo per le finanze pubbliche, soprattutto quelle locali: per esempio in Veneto le sanzioni per le violazioni del codice della strada arrivano a un valore di 50 milioni di euro, il 30% dei quali derivano da eccesso di velocità rilevato dagli autovelox (esclusi i casi in cui è accettato un margine di tolleranza).
Secondo una indagine condotta sui dati del SIOPE, il Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici, i comuni italiani che nel 2023 hanno incassato di più dalle violazioni del CdS sono:
- Milano con oltre 147 milioni di euro
- Roma con 138 milioni di euro
- Firenze con 71 milioni di euro
Seguono poi:
- Genova con più di 35 milioni di euro
- Bologna con 31,6 milioni di euro
- Napoli a quota 22,1 milioni di euro
- Padova con 21,3 milioni di euro
- Verona con 20,6 milioni di euro
- e infine Treviso, che non incassa più di 4 milioni di euro
Nel 2023, grazie alle multe per le violazioni del codice della strada, nelle casse dei comuni italiani sono stati versati più di un miliardo e mezzo di euro.

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