Lavoro autonomo: ecco il conto corrente vincolato, che cos’è e chi può averlo
25 nov 2025 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.

Negli ultimi anni il lavoro autonomo in Italia ha cambiato pelle. Chi decide di avviare un’attività in proprio spesso lo fa animato da entusiasmo e passione, salvo poi scontrarsi con ostacoli che nulla hanno a che fare con la validità dell’idea: lungaggini burocratiche, difficoltà di accesso al credito, anticipi da versare ai fornitori, tempistiche dei finanziamenti, procedure complesse da seguire e, soprattutto, la necessità di gestire con precisione millimetrica i fondi ricevuti tramite incentivi o agevolazioni pubbliche.
Per molti neo-imprenditori, la fase iniziale è decisiva: è lì che si costruisce o si compromette la stabilità finanziaria dell’attività. Ed è proprio in questo scenario, fatto di potenzialità, ma anche di fragilità strutturali, che si inserisce uno strumento destinato a incidere in profondità: il conto corrente vincolato con cui gestire il proprio contributo agevolativo.
E non si tratta solo di iniziative del settore privato: lo scorso 23 ottobre, infatti, è stata siglata una convenzione ad hoc tra il Ministero del Lavoro, Invitalia e l’Abi proprio per la regolamentazione dei conti correnti vincolati utili all’erogazione dei voucher e dei contributi per l’autoimpiego.
Si tratta di un passaggio che renderà più efficiente e trasparente il sistema di sostegno all’avvio di attività autonome, imprenditoriali e libero-professionali.
L’accordo per una gestione semplificata
Il fulcro dell’accordo è semplice: i fondi erogati da Invitalia a favore di chi avvia una nuova attività autonoma dovranno transitare in un conto corrente appositamente dedicato, gestito da una banca aderente alla convenzione. Non un conto qualsiasi, ma un conto “vincolato”, cioè uno strumento progettato per rendere più sicura e tracciabile la gestione del capitale ricevuto. Insomma, uno strumento utile per facilitare l’accesso alle misure agevolative per le imprese che scelgono questa modalità di erogazione dei contributi.
Il Ministero del Lavoro, nel presentare l’iniziativa, ha sottolineato come l’obiettivo sia duplice: da un lato offrire un supporto reale ai beneficiari, riducendo la necessità di anticipare denaro per pagare fornitori e servizi; dall’altro garantire che i fondi pubblici vengano utilizzati esattamente per ciò per cui sono stati concessi.
Invitalia, dal canto suo, ha rimarcato come il conto vincolato possa fare la differenza soprattutto per chi dispone di risorse iniziali limitate. Permettere che i pagamenti ai fornitori avvengano direttamente tramite il conto dedicato, senza necessità di anticipare somme, significa ridurre il carico finanziario di chi si sta mettendo in proprio.
Uno degli elementi più significativi è dunque il coinvolgimento del sistema bancario.
Entro 60 giorni dalla sottoscrizione, “le banche renderanno operativa la convenzione, favorendo accesso agli incentivi, riduzione dei tempi di erogazione e promuovendo una maggiore fiducia tra beneficiari, istituzioni e mondo bancario”, si legge nel testo dell’accordo.
Le banche aderenti, oltre a offrire la gestione del conto vincolato, potranno proporre finanziamenti dedicati per coprire la parte di capitale privato eventualmente richiesta dal progetto.
Le misure agevolative a cui si riferisce il conto corrente vincolato sono diverse: dal Bando Nuove Imprese a Tasso Zero al Bando Cultura Crea, fino a Autoimpiego Centro-Nord, Investimenti sostenibili 4.0, Smart & Start Italia e il Bando Offerta Turistica Cratere Sismico Aquilano.
Questo passaggio non è marginale: significa che chi beneficia degli incentivi non è più solo, ma può contare su un sostegno aggiuntivo da parte delle banche, che diventano partner del percorso di autoimpiego. La convenzione crea così un “triangolo virtuoso” in cui Stato, Invitalia e sistema bancario collaborano per offrire un percorso più strutturato a chi avvia un’attività.
Come funziona il conto vincolato
Per capire il valore di questo strumento, basta immaginare il percorso tipico di un beneficiario di un incentivo per l’autoimpiego.
Dopo aver presentato la domanda e ottenuto l’approvazione del progetto, arriva il momento dell’erogazione del contributo governativo. Tra i vantaggi principali vi è l’erogazione prima del pagamento ai fornitori, con accredito dell’agevolazione sulla base di fatture non quietanzate, e il fatto che tutte le risorse legate al progetto transitano direttamente sul conto vincolato dedicato.
Qui le somme non possono essere prelevate liberamente, ma vengono utilizzate esclusivamente per pagare le spese relative al progetto, come attrezzature, formazione, servizi professionali o ristrutturazioni. Questo garantisce tracciabilità e corretta destinazione dei fondi. La banca, in sostanza, diventa una sorta di “custode” delle risorse.
In molti casi il beneficiario non dovrà anticipare i pagamenti: sarà la banca stessa, seguendo le indicazioni fornite, a saldare direttamente le spese ammesse. Le fatture saranno infatti pagate con le risorse accreditate sul conto vincolato, oltre la quota parte a carico del beneficiario.
In altri casi può essere previsto un versamento iniziale: per alcune misure potrebbe essere richiesto un cofinanziamento, ad esempio almeno il 10% dell’importo concesso, da depositare sul conto dedicato prima dell’erogazione dei fondi pubblici.
I vantaggi e i limiti
Il conto vincolato non nasce come un semplice strumento di controllo, ma come un supporto concreto. Il primo vantaggio è la trasparenza: separare i fondi pubblici da quelli personali consente una gestione più ordinata e riduce il rischio di errori nella rendicontazione, una fase spesso percepita come un punto critico da chi avvia un’attività.
Un secondo vantaggio riguarda la liquidità: evitare anticipi e permettere che i pagamenti vengano effettuati direttamente dal conto vincolato significa partire con minori pressioni finanziarie. Questo può essere decisivo per chi deve acquistare macchinari o strumenti costosi.
C’è poi un valore formativo: il conto vincolato aiuta a ragionare in modo più professionale sulla gestione dei flussi finanziari, accompagnando chi è all’inizio nella costruzione di un approccio più consapevole. Inoltre, la presenza della banca può favorire rapporti più stabili e opportunità future di credito.
Naturalmente, come ogni strumento vincolato, anche questo conto richiede consapevolezza. La gestione più rigida potrebbe risultare limitante per chi è abituato a una totale autonomia, così come la necessità di seguire procedure precise richiede un minimo di organizzazione.

Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma.
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