Conti correnti 2.0: come la strategia Ue trasforma i risparmi in investimenti con la Saving Investment Union
28 lug 2025 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.

Nel contesto economico attuale, il tema dei conti correnti 2.0 si sta imponendo con forza nel dibattito europeo. La recente proposta della Commissione Europea, nota come Savings and Investments Union (Unione del Risparmio e degli Investimenti), ha messo al centro della propria strategia un obiettivo ambizioso: mobilitare la grande massa di risparmi privati che oggi giace quasi inutilizzata sui conti bancari, trasformandola in una leva di crescita per l’economia reale.
L’idea di fondo è semplice, ma profonda. In Europa, la maggior parte delle famiglie preferisce conservare i propri risparmi in forma liquida, attraverso conti correnti e depositi. Si stima che oltre 10 mila miliardi di euro siano oggi parcheggiati su strumenti che offrono sicurezza, ma rendimenti minimi o nulli. Al tempo stesso, molte imprese europee – in particolare le piccole e medie – lamentano una difficoltà crescente nell’accesso al credito e agli investimenti, proprio in un momento in cui la transizione verde e digitale richiederebbe nuovi capitali.
È qui che entrano in gioco i cosiddetti conti correnti 2.0: strumenti finanziari ibridi, concepiti per unire la flessibilità di un conto bancario con le potenzialità di rendimento offerte dagli investimenti. Conti evoluti, in grado di offrire un’alternativa al semplice deposito, e al tempo stesso di canalizzare il risparmio privato verso settori strategici per la crescita dell’Unione.
Cosa sono i conti correnti 2.0 e perché potrebbero cambiare il risparmio in Europa
La proposta dell’Ue punta a introdurre conti bancari “intelligenti”, noti anche come Saving and Investment Accounts (SIA). Si tratta di soluzioni digitali pensate per offrire al cittadino europeo uno strumento unico in cui gestire risparmio e investimento in modo integrato, semplice e trasparente.
Questi conti, pur mantenendo le caratteristiche di base di un conto corrente (come liquidità, facilità d’uso, accessibilità immediata), sono pensati per essere collegati a portafogli di investimento diversificati, costruiti con criteri di rischio contenuto e gestiti in modo semi-automatizzato. Il risparmiatore potrà decidere di allocare una parte delle proprie disponibilità in strumenti selezionati, come fondi comuni europei, obbligazioni green, Etf o iniziative legate a settori strategici (energia, tecnologia, infrastrutture, difesa).
La chiave del funzionamento di questi conti 2.0 sarà l’incentivo fiscale. Per favorirne l’adozione, la Commissione prevede vantaggi tributari su plusvalenze reinvestite o capitali mantenuti investiti per periodi medio-lunghi. In parallelo, saranno promosse condizioni standardizzate a livello europeo, con commissioni contenute, piena portabilità tra Stati membri e supervisione da parte di autorità centrali come l’Esma, l’autorità di regolamentazione e di vigilanza dei mercati finanziari dell’Unione europea.
Perché l’Europa ha bisogno di mobilitare i risparmi
L’obiettivo della strategia è duplice: da un lato, aumentare i rendimenti per i cittadini europei, troppo spesso penalizzati da una gestione conservativa del risparmio; dall’altro, liberare risorse per gli investimenti pubblici e privati di cui l’economia dell’Unione ha urgente bisogno.
Secondo i dati forniti dalla Commissione, ogni anno centinaia di miliardi di euro di risparmio europeo restano inutilizzati o vengono investiti fuori dall’Unione, con un impatto limitato sulla competitività interna. Allo stesso tempo, l’Europa affronta una sfida cruciale: finanziare la transizione verde, rafforzare le proprie catene industriali, e garantire l’indipendenza energetica e tecnologica.
Per farlo, occorre attrarre capitali privati verso progetti strategici. E questo può avvenire solo se si riesce a cambiare il paradigma del risparmio: dal conto passivo al conto attivo, capace di offrire un rendimento e una funzione economica concreta.
Un conto corrente che diventa strumento di investimento
Il principio alla base dei conti correnti 2.0 è quello di una gestione semplificata del risparmio finanziario, accessibile anche a chi non ha esperienza nei mercati. A differenza dei prodotti complessi oggi disponibili (come fondi speculativi, gestioni patrimoniali o polizze multi-ramo), i conti ibridi Ue dovranno essere trasparenti, regolamentati in modo uniforme, e offerti a costi competitivi.
In pratica, il correntista potrà visualizzare in tempo reale la distribuzione dei propri fondi tra disponibilità liquide e investimenti. Potrà modificare la propria esposizione, scegliere tra profili di rischio predefiniti e accedere a strumenti formativi per comprendere meglio le opzioni disponibili. L’interfaccia – completamente digitale – sarà progettata per favorire l’autonomia decisionale, con il supporto di algoritmi di gestione prudenziale.
Quali vantaggi per i risparmiatori
L’introduzione di conti correnti evoluti permetterà ai cittadini europei di ottenere maggiori rendimenti, mantenendo comunque un elevato grado di flessibilità e controllo. I vantaggi principali includono: maggiore efficienza nell’allocazione del risparmio; possibilità di sostenere l’economia europea in modo diretto; incentivi fiscali mirati su investimenti di lungo periodo; riduzione del rischio di perdita del potere d’acquisto legato all’inflazione.
Per molti cittadini, sarà anche un’occasione per iniziare a investire in modo graduale, senza dover affrontare direttamente la complessità dei mercati finanziari.
Sfide e condizioni per il successo
Nonostante il potenziale innovativo, la diffusione dei conti correnti 2.0 non sarà automatica. Il successo di questa strategia dipenderà da diversi fattori.
Anzitutto, servirà una solida infrastruttura normativa, capace di garantire omogeneità tra Paesi e protezione del risparmiatore. I conti dovranno essere progettati con regole chiare, limiti di rischio e trasparenza nei costi.
Un altro nodo cruciale è quello dell’educazione finanziaria. Perché il sistema funzioni, è essenziale che i cittadini comprendano le opportunità e i rischi legati all’investimento. La Commissione ha previsto iniziative su scala europea, coinvolgendo scuole, media, istituzioni e operatori bancari, con l’obiettivo di rafforzare le competenze di base.
Infine, sarà necessario superare la frammentazione dei mercati dei capitali europei. Solo se le barriere tra Stati membri verranno ridotte, sarà possibile garantire la portabilità dei conti, la concorrenza tra operatori e la stabilità delle condizioni contrattuali.
I tempi della riforma: cosa aspettarsi nei prossimi anni
La proposta della Savings and Investments Union è attualmente in fase di definizione normativa. Le prime misure concrete sono attese tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Entro quella data, la Commissione dovrebbe presentare un modello comune per i conti ibridi, accompagnato da raccomandazioni fiscali e direttive sulla tutela del risparmiatore.
Nel frattempo, alcuni Paesi membri stanno già sperimentando soluzioni simili a livello nazionale, in attesa di un quadro regolamentare condiviso. È probabile che le prime versioni dei conti correnti 2.0 vengano lanciate su base volontaria da istituti bancari o piattaforme fintech, con un graduale ampliamento dell’offerta.
La sfida è complessa, ma i presupposti per un’evoluzione del sistema ci sono tutti. L’introduzione di strumenti ibridi tra conto corrente e investimento potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nella relazione tra risparmio e sviluppo economico in Europa.

Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma.
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