Come difendere le carte di credito dal vishing
16 nov 2018 | 3 min di lettura | Pubblicato da Eleonora D.

L’ultima frontiera delle frodi a danno dei titolari di conti correnti e carte di credito si chiama vishing. Ecco cos’è e come proteggere i propri dati bancari.
Dopo il phishing arriva il vishing. Si tratta di una truffa che, esattamente come la prima, ha lo scopo di carpire informazioni private bancarie come i dati di accesso al conto corrente o il Pin della carta di credito.
A differenza del phishing, frode attuata online tramite l’invio di email da parte di soggetti che si fingono operatori della banca, il vishing avviene tramite telefono.
Non a caso il termine nasce dallo sposalizio fra due parole inglesi Voice e Phishing e significa letteralmente pesca (frode) per via telefonica. Da un certo punto di vista il vishing è più pericoloso del phising, perché il contatto telefonico, e in particolare l’ascolto di una voce persuasiva e apparentemente onesta dall’altra parte della cornetta, può facilmente indurre in inganno i malcapitati. In realtà, proprio come nel phishing, potrebbe trattarsi di malintenzionati che inventano ogni tipologia di scuse pur di mettere in atto la truffa.
Il vishing sfrutta la tecnologia Voip. Gli aggressori simulano chiamate provenienti da call center di banche o Poste Italiane e richiedono alla vittima di fornire i dati di accesso al conto corrente o alla carta di credito adottando gli strategemmi più disparati. I principali riguardano presunti problemi di accesso all’account personale, oppure la rilevazione di tentativi di accesso da parte di terzi o la registrazione di movimenti sospetti sul conto.
La telefonata può avere il seguente tenore: Salve Signor…, la contatto dalla sua banca (nome della banca) per informarLa che un malintenzionato ha rubato (o tentato di rubare) i dati del suo account bancario. Per aiutarLa dovrebbe fornirci i dati di accesso al conto (o allacarta di credito) per ulteriori verifiche.
I truffatori si guadagnano la fiducia delle vittime dimostrando di essere a conoscenza di alcuni dati bancari, il che può indurre a credere che l’operatore sia in buona fede. In realtà i truffatori reperiscono informazioni come nome dell’istituto di credito, Iban e numero della carta violando i sistemi di sicurezza di siti dedicati allo shopping online in cui la vittima ha acquistato beni o servizi.
Il vishing si è diffuso già a partire dal 2009, ma è un fenomeno non ancora estirpato, specie negli USA e nel Regno Unito, dove continua a mietere vittime.
La prima cosa da fare per difendersi dal vishing è non fornire alcun dato, ma riagganciare e annotare immediatamente il numero che ha inoltrato la telefonata. Dopodiché ci si può rivolgere alla propria banca contattando un operatore ai numeri di telefono ufficiali dell’istituto di credito, riportati sul contratto di conto corrente o sul sito ufficiale della banca. A questo punto basta fornire il numero dal quale si è stati contattati e chiedere delucidazioni. Qualora fosse stata la vera banca a telefonare la chiamata sarebbe tracciata e registrata e si potrebbe sapere se si è corso il rischio di cadere vittime di vishing.
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