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Pignoramento del conto corrente in rosso: la Cassazione cambia le regole

26 nov 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Eleonora D.

Persona che effettua controlli a pc

Con la sentenza n. 28520/2025, la Corte di Cassazione riscrive le regole sul pignoramento del conto corrente.

Secondo il nuovo orientamento, dopo la notifica di pignoramento, imprese e professionisti avranno 60 giorni di tempo per decidere come muoversi per evitare l'esecuzione forzata. 

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Esecuzione forzata sui conti correnti: quadro normativo e prassi bancaria attuale

Il 27 ottobre 2025, con la sentenza n. 28520/2025, la Cassazione si è pronunciata sul pignoramento dei conti correnti, ridefinendo le regole del procedimento di esecuzione forzata. Una svolta che riguarda da vicino privati e imprese, chiamati ora a fare i conti con il nuovo orientamento per non rischiare il blocco del proprio conto corrente.

Su cosa è intervenuta la Suprema Corte? In sintesi, la sentenza modifica la prassi bancaria adottata finora, introducendo tempistiche diverse per il pignoramento del conto. Sinora, le banche, ricevuta la notifica di pignoramento, applicavano due prassi diverse, comunque favorevoli al contribuente:

  • consideravano 60 giorni il termine massimo per effettuare il pagamento, ritenendo il pignoramento concluso al momento del versamento delle somme all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Di conseguenza, eventuali accrediti successivi (anche se intervenuti entro i 60 giorni) non venivano vincolati;
  • limitavano il vincolo esclusivamente alle somme presenti sul conto corrente, al momento della notifica del pignoramento. In questo modo escludevano dall’esecuzione ogni accredito successivo, anche se pervenuto entro il sessantesimo giorno.

Cosa cambia con la sentenza n. 28520/2025 della Cassazione

Con l’ultima decisione della Corte di Cassazione, il saldo negativo del conto corrente al momento della notifica di pignoramento**, non incide più sul vincolo bancario**.

Il nuovo orientamento va in una direzione precisa, quella per cui le banche dovranno vincolare tutte le somme accreditate nei 60 giorni successivi alla notifica. In sostanza, ogni somma che affluisce entro questo periodo dovrà essere trasferita all’agente della riscossione. Tale regola troverà applicazione anche con la nuova disciplina prevista dal 2026.

Gli avvocati coinvolti nella causa ritengono la sentenza molto importante, perché potrebbe avere effetti immediati sulla gestione quotidiana dei conti correnti business, intestati a professionisti e semplici contribuenti, nonché, naturalmente, sulle procedure esecutive. Nel dettaglio, potrebbe influenzare i giudici dell’esecuzione nei procedimenti pendenti.

Pagamenti, fatture e stipendi bloccati: verso una nuova tutela della liquidità aziendale

Le imprese e i professionisti devono prepararsi ad affrontare un rischio finora non prospettato. Nel corso dei 60 giorni non potranno in alcun modo disporre delle somme che affluiscono sul conto corrente, perché troverà applicazione il vincolo della banca.

Se tutte le somme vanno versate all’ente di riscossione, come comportarsi con i dipendenti e i fornitori? Come gestire le fatture e il pagamento degli stipendi? Secondo gli esperti, si può intervenire solo in presenza di validi motivi per opporsi al pignoramento. In tutti gli altri casi, le somme dovranno essere vincolate come previsto dalla legge.

L’approccio consigliato è di monitorare con attenzione la propria posizione debitoria, evitare di concentrare le entrate su un unico conto, distribuendo l’operatività su più conti correnti per professionisti, intervenire con un legale, quando necessario, e rivolgersi all’assistenza della banca per eventuali chiarimenti.

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