29 ott 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Marco B.
La possibilità di fare smartworking senza contrattazioni individuali o collettive è stata prolungata come minimo fino a Dicembre 2020.
Però, dopo l'esperienza forzata provocata dalla pandemia e dal lockdown, si stanno immaginando le modalità con cui adottare stabilmente questa modalità di lavoro, una volta superata l'emergenza.
Intanto varie imprese private, dopo le il periodo estivo, hanno reso lo smart working la modalità prevalente per i dipendenti che hanno mansioni adatte. In certi casi, questa scelta riguarda tutti durante l'intera settimana, in altri si adotta la rotazione. Poche aziende hanno preteso la presenza quotidiana, come prima.
Sul fronte della pubblica amministrazione, il 73,8% degli enti starebbe puntando sul lavoro in remoto; a quanto pare, il Governo vorrebbe incoraggiare per il dopo-emergenza un ricorso al lavoro agile tra il 40 e il 30%, a parità di efficienza.
Secondo l'avvocato Chiara Ponti, esperta di informatica giuridica e privacy specialist, che ne ha scritto su AgendaDigitale.eu, occorrerà creare le condizioni perché lo smart working funzioni, oltre l'improvvisazione.
Su quali basi? Servono, per esempio, una possente e solida cultura manageriale, che non spinga i manager a considerare il lavoro agile come una sorta di vacanza dei dipendenti.
Dovrà essere pensato come uno strumento che, da un lato, favorisce la conciliazione di tempi di vita/lavoro e dall’altro incrementa la produttività aziendale. Bisogna poter essere agili, ma non isolati, per non trascurare l'interazione umana.
Occorre fissare paletti e ritmi della giornata lavorativa, onde evitare gli eccessi ora in un lato (eccessivamente zelante), ora nell’altro (troppe distrazioni e momenti di non lavoro). Si devono conoscere le nuove tecnologie da adoperare tanto nella sicurezza delle informazioni quanto nella protezione dei dati (privacy) aziendali.
I lavoratori non dovranno percepire retribuzioni inferiori rispetto a coloro che svolgono mansioni analoghe in presenza. Inoltre il monitoraggio a distanza è possibile ma senza esagerare e nel rispetto dei diritti del lavoratore.
In conclusione, occorrerà un generale cambiamento culturale. Con la prospettiva che lo smart working possa diventare lo standard quotidiano per tutti coloro che hanno ruoli compatibili con il lavoro digitale. Ovviamente, ciò rende imprescindibile una connessione internet casa veloce e a banda larga al web, in tutta Italia. In questo senso ci sono da fare ancora molti passi avanti.
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