Perché la Tari (tassa sui rifiuti) nel 2024 è aumentata?
19 dic 2024 | 3 min di lettura

Nel 2024, molte famiglie hanno notato un aumento significativo della Tari, la tassa destinata a finanziare la gestione dei rifiuti urbani. Questo incremento ha generato diverse preoccupazioni, dato che molte bollette risultano più alte rispetto agli anni precedenti. Una delle principali ragioni è legata a una revisione dei criteri di calcolo che ha messo in evidenza diverse criticità nei sistemi di determinazione dei costi.
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La causa principale di questo aumento è da ricercare nella delibera n. 41 del 6 febbraio 2024 dell'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che ha avviato un’indagine approfondita sui criteri utilizzati per determinare i costi dei servizi di gestione dei rifiuti urbani.
L'indagine condotta dall'Arera ha evidenziato una notevole frammentazione delle tariffe applicate dalle varie amministrazioni comunali. In particolare, è emerso che alle utenze domestiche viene generalmente attribuita una quota superiore rispetto a quelle non domestiche.
Modifiche a livello locale
Le amministrazioni locali hanno cercato di riequilibrare i costi attraverso delibere comunali, ma spesso questo ha portato a ulteriori aumenti per le famiglie. In molti casi, la percentuale di costi attribuiti alle utenze domestiche è salita fino al 60%, riducendo invece quella a carico di commercianti e artigiani.
Queste scelte sono state motivate dalla necessità di sostenere le attività economiche, soprattutto in un periodo di difficoltà economiche generalizzate. Tuttavia, ciò ha comportato un aumento medio per le famiglie di circa il 24%, con picchi fino al 50% in alcune località.
Chi deve pagare la Tari?
La Tari è obbligatoria per chiunque possieda o utilizzi locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. Ciò include sia i proprietari degli immobili che gli inquilini con contratti di locazione superiori a sei mesi. Per contratti di durata inferiore, l’onere ricade invece sul proprietario.
L'importo viene calcolato considerando vari fattori, tra cui la superficie dell'immobile, il tipo di attività svolta e i costi del servizio di raccolta e smaltimento. Anche le pertinenze, come garage e cantine, sono incluse nel calcolo, aumentando così il totale da versare.
Chi è esentato dal pagamento
Alcune aree sono escluse dall’obbligo di pagamento, come quelle che risultano inutilizzabili e non idonee alla produzione di rifiuti. Tra queste rientrano le aree scoperte pertinenziali o condominiali comuni che non siano destinate a un uso specifico. Tuttavia, la superficie delle pertinenze viene comunque sommata a quella dell’abitazione principale nel calcolo complessivo.
Dove la Tari è più costosa
Il costo della Tari varia sensibilmente da città a città. In alcune località, specialmente al Sud, i cittadini si trovano a pagare importi significativamente più alti rispetto al Nord, a causa di inefficienze nella gestione dei rifiuti.
Ad esempio, città come Catania e Napoli registrano i costi più elevati, con bollette che in alcuni casi superano i 500 euro annui. Anche al Centro-Nord, alcune città come Pisa e Genova hanno visto aumenti consistenti rispetto agli anni precedenti, nonostante un’organizzazione del servizio più efficiente.
Le ragioni dietro l’aumento
L’aumento della Tari nel 2024 riflette una scelta precisa: spostare il carico fiscale verso le famiglie per sostenere le attività economiche. Questo cambiamento è stato motivato dalla volontà di aiutare commercianti e artigiani in difficoltà, ma ha creato un maggiore peso economico per i nuclei familiari.
La frammentazione delle tariffe applicate nei diversi comuni e la mancanza di uniformità nei criteri di calcolo rimangono questioni centrali. È auspicabile che in futuro si lavori per una maggiore equità nella distribuzione dei costi, evitando che le famiglie debbano farsi carico di oneri eccessivi.
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