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Ecco quando sono previsti i nuovi incentivi auto 2025

21 ott 2024 | 8 min di lettura | Pubblicato da Alessandro d.

uomo seduto in macchina nuova

Secondo i dati di UNRAE, l'Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, in Italia la quota di mercato agglomerata delle auto ecologiche (ibride, ibride plug-in ed elettriche) nei primi nove mesi del 2024 è del 7,3%, in calo rispetto all'8,4% dello stesso periodo dell'anno scorso.

Nonostante dall'anno prossimo i nuovi limiti sulle emissioni auto scenderanno a 95 gCO2/km, le auto a zero o basse emissioni non stanno prendendo piede in Italia. Facile.it, leader nel confronto tra offerte di noleggio lungo termine, approfondisce l'argomento.

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Questa situazione si sta presentando anche in altri paesi europei, come dimostra il Rapporto mensile sull’andamento del mercato internazionale delle autovetture dell'ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica). In quasi tutta Europa (UE, Regno Unito e organizzazione Efta) le vendite di auto ibride ed elettriche ad agosto sono in calo del 36% rispetto ai precedenti 12 mesi.

Questa incertezza grava anche sul mercato globale, senza distinzione di alimentazione: nei paesi UE, UK ed EFTA ad agosto 2024 le immatricolazioni sono state 904.694, in calo di 16,5% rispetto allo stesso mese del 2023.

In Italia, secondo i dati preliminari di ANFIA, la produzione di autovetture a luglio 2024 è stata di circa 23 mila unità, in calo del 54,7% rispetto all'anno precedente. Considerando invece il cumulato dei primi sette mesi, sono state prodotte 225 mila autovetture, il 35,5% in meno rispetto al periodo gennaio-luglio 2023.Ad agosto 2024 si è fermata a circa 4mila unità, -72,1% rispetto ad agosto 2023 e nei primi otto mesi di quest'anno sono state prodotte 229 mila autovetture, in calo del 37% su gennaio-agosto 2023.

Di fronte alla crisi del settore automotive in Europa, il ministro Urso da fine settembre ha iniziato una serie di incontri con i suoi omologhi europei per presentare i punti chiave della sua proposta di politica industriale europea per il settore dell’auto, che prevede tra l'altro di anticipare dalla fine del 2026 ai primi mesi del 2025 l’attivazione della clausola di revisione prevista dal "Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli leggeri". Proposta, quest’ultima, condivisa e rilanciata anche dall’ACEA, l’associazione dei produttori automobilistici europei.

In questo contesto, i concessionari Stellantis hanno richiesto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di posticipare al 2027 l'entrata in vigore dei limiti sulle emissioni (nonostante la contrarietà dell'iniziativa di Carlos Tavares, l'AD di Stellantis), supportati anche dall'Acea, l'Associazione dei Costruttori Europei, presieduta da Luca De Meo.

Per fare fronte a questa situazione, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato dei nuovi incentivi auto a partire dal 2025.

Perché sono necessari nuovi incentivi?

Il mercato dell'automobile deve fare fronte alla già citata introduzione dei nuovi limiti sulle emissioni e al regolamento europeo adottato nel marzo 2023, che impone lo stop alla vendita dei modelli dotati di motori endotermici (ad eccezione di quelli alimentati con gli e-fuel) entro il 2035.

Questa situazione va supportata con lungimiranza e il ministro Urso ha già previsto una serie di bonus auto che partiranno nel 2025, con un investimento di 750 milioni di euro, che aumenterà a un miliardo dal 2026 al 2030.

L'obiettivo della misura è quintuplo: supportare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, sostenere le persone fisiche, sostenere soprattutto le fasce meno abbienti e incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani.

Il nuovo piano di incentivi va incontro al Green Deal, che prevede la riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica (eliminare i combustibili fossili) dell'Europa entro il 2050. Per conseguire gli obiettivi della decarbonizzazione, è necessario abbassare le emissioni in tutti i settori, e quello dei trasporti è uno dei più coinvolti.

La proposta del ministero delle Imprese e del Made in Italy rimodula il piano incentivi puntando su una programmazione pluriennale delle risorse per favorire sia le case automobilistiche nella programmazione degli investimenti che le famiglie negli acquisti.

Un altro obiettivo del Mimit è quello di favorire le produzioni a elevato contenuto di componentistica europea per garantire la sostenibilità delle produzioni.

"La prossima edizione dell’ecobonus deve presentare una significativa discontinuità. La priorità è il sostegno alla filiera nazionale e all’occupazione, sempre nel rispetto degli altri due principi cardine che sono il rinnovo del parco circolante e il supporto alle famiglie a bassa capacità di spesa", ha affermato il ministro Urso.

L'obiettivo è quello di favorire l’acquisto di auto prodotte in Europa, per supportate i costruttori del Vecchio Continente, contrastare quelli asiatici e ridurre la dipendenza da componenti extra-UE.

In breve, il nuovo piano di incentivi auto non punta solo all'elettrificazione del parco auto ma guarda anche al rafforzamento dell'industria automotive europea.

Le novità principali 2025

Con i nuovi eco incentivi auto 2025, cosa e come cambia dal prossima anno?

Come già detto, per gli incentivi auto il Mimit ha stanziato per il 2025 750 milioni di euro e altri 5 miliardi dal 2026 al 2030, per un totale di 5,75 miliardi di euro.

Se, come intende Urso, si vuole rendere più accessibile l'auto elettrica alle classi meno abbienti, si può ipotizzare un aumento dell'importo degli incentivi per l'acquisto di un'auto elettrica, oppure un incremento dell'ISEE.

Se poi l'UE accoglierà la richiesta di posticipare al 2027 l'entrata in vigore dei limiti sulle emissioni, i nuovi incentivi auto potrebbero riguardare maggiormente le auto con motore endotermico a benzina e diesel. Vale la pena ricordare che i moderni motori a gasolio hanno una migliore efficienza di quelli a benzina e dei diesel del passato, con una percorrenza maggiore con un pieno di serbatoio.

Requisiti di accesso al Bonus Auto 2025

Prevedendo la conferma delle classi automobilistiche previste dalla riforma degli incentivi auto 2024 e gli importi dei finanziamenti, gli incentivi auto 2025 si possono riassumere di seguito.

Classe di emissione 0-20 g/km CO2 (ad esempio auto elettrica),

  • Senza rottamazione €6.000/€7.500 (ISEE<30.000 euro)
  • Rottamazione euro 4 €9.000 / €11.250
  • Rottamazione euro 3 €10.000 / €12.500
  • Rottamazione euro 1 o 2 €11.000 / €13.750
  • Limite prezzo €35.000 (€42.700 IVA inclusa)

Classe di emissione 21-60 g/km CO2 (auto ibrida)

  • Senza rottamazione €4.000 / €5.000
  • Rottamazione euro 4 €5.500 / €6.8750
  • Rottamazione euro 3 €6.000 / €7.500
  • Rottamazione euro 1 o 2 €8.000 / €10.000
  • Limite prezzo €45.000 (€54.900 IVA inclusa)

Classe di emissione 61/135 g/km di CO2 (auto benzina Euro 6)

  • Senza rottamazione -
  • Rottamazione euro 4 €1.500
  • Rottamazione euro 3 €2.000
  • Rottamazione euro 1 o 2 €3.000
  • Limite prezzo €35.000 (€42.700 IVA inclusa)

L’idea del ministro Urso è di introdurre "parametri innovativi, come l’impronta ecologica, la cybersecurity e il rispetto dei diritti fondamentali della forza lavoro". Il nuovo piano di incentivi era previsto per settembre, siamo ormai a metà ottobre e ci aspettiamo entro breve un nuovo intervento del ministro per chiarire, in modo esplicito, i parametri innovativi.

I principali destinatari quindi dovrebbero essere le famiglie con un ISEE non superiore ai 30 mila euro, ma la soglia potrebbe anche essere rivista.

Impatto sui prezzi delle auto e sulle scelte dei consumatori

Carlos Tavarez, nella recente audizione alla Camera dei Deputati, ha lamentato un aumento dei costi di produzione di auto elettriche del 40%, che il Gruppo Stellantis non riesce ad assorbire. Per questo sono necessari gli incentivi auto per favorire il mercato.

Al momento, la riduzione del prezzo di acquisto di un'auto elettrica può andare dai 6 agli oltre 13 mila euro, ma sempre su un costo che parte da circa 30 mila euro (la Fiat 500 elettrica parte da 29.950 euro).

Come cambieranno le scelte degli automobilisti italiani? La strada intrapresa ormai è quella dell'elettrificazione, quindi ci si deve aspettare un aumento delle vendite almeno delle auto ibride PHEV.

I benefici sono da valutare ma presumibilmente saranno maggiori dal 2026 al 2030, dal momento che l'importo annuo stanziato è di 1 miliardo di euro, contro i 750 milioni del 2025. In poche parole, le risorse aumenteranno (+250 milioni di euro all'anno) e potremmo aspettarci un miglioramento degli incentivi.

Tempistiche e modalità di richiesta

Al momento non si sa ancora quando entreranno in vigore i nuovi Bonus Auto 2025. Sicuramente peserà la decisione dell'UE di rinviare o meno al 2027 l'inizio dei limiti sulle emissioni.

Prevedibilmente, i nuovi bonus auto inizieranno da gennaio 2025 con le stesse caratteristiche (classi di emissioni, importi e limiti di costo) previste per gli attuali. Poi, da gennaio 2026 a dicembre 2030 ci potrebbe essere una revisione delle caratteristiche. Naturalmente, la scadenza degli incentivi dipende dalla loro disponibilità, perché sono ad esaurimento.

Di sicuro la strategia del ministro dell'industria e del made in Italy è di lungo termine, visto che lo stanziamento di 5,75 miliardi di euro è di sei anni: dal 2025 al 2030 compreso.

Per accedere agli incentivi bisognerà sempre fare domanda al portale Ecobonus sul sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy e presso la piattaforma Invitalia.

Cosa aspettarsi dal futuro del settore automotive in Italia

I nuovi incentivi come influenzeranno il mercato italiano e il passaggio verso una mobilità più sostenibile?

Se da una parte l'attuale formula ha effettivamente avuto un riflesso positivo sulle vendite di auto, almeno per la durata degli incentivi, lo stesso non si può dire per la produzione che, come visto in precedenza, è calata drasticamente.

La riforma di Urso mira anche a sostenere la produzione di auto in Europa, nonostante si tenga sempre un occhiolino strizzato ad alcuni produttori cinesi per rilevare alcuni impianti dismessi in Italia. Una situazione ibrida (per rimanere in tema) che però attuerebbe un circolo virtuoso, con un aumento del lavoro e, forse, un calo dei prezzi finali.

Ci saranno ulteriori novità in futuro riguardo a misure per supportare il settore auto? La situazione allo stato attuale è complicata, ci sono tanti aspetti da valutare e situazioni da risolvere in tutti i paesi del Vecchio Continente, soprattutto in quelli più importanti come Germania e Francia.

Se non si cambierà destinazione, cioè il Green Deal e il 2035 come stop alla vendita di auto endotermiche (che non vuol dire che quelle già presenti non potranno più circolare), le condizioni di mercato dovranno assolutamente essere riviste, altrimenti la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050 sarà un obiettivo da rivedere.

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