TFR: perché conviene destinarlo a un fondo pensione dal punto di vista fiscale

Le 3 cose da sapere
- 1
Il TFR in azienda ha una tassazione più alta e una crescita limitata.
1Il TFR in azienda ha una tassazione più alta e una crescita limitata.
- 2
Il fondo pensione applica aliquote agevolate dal 15% al 9% e può far crescere di più il capitale.
2Il fondo pensione applica aliquote agevolate dal 15% al 9% e può far crescere di più il capitale.
- 3
La scelta del fondo consente più risparmio fiscale e un montante netto più elevato.
3La scelta del fondo consente più risparmio fiscale e un montante netto più elevato.
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è un capitale che cresce negli anni e che ogni lavoratore può decidere se lasciare in azienda o destinare a un fondo pensione. Una scelta che può sembrare tecnica ma che incide parecchio sulla tassazione finale e sul valore reale del TFR. In questa guida vediamo in modo semplice cosa cambia, quali sono le imposte applicate e perché una delle due strade può risultare più efficace sul piano fiscale.
Sommario
TFR: due scelte possibili e cosa cambia davvero
Il TFR può seguire due strade: rimanere in azienda oppure essere trasferito a un fondo pensione. Questa scelta, spesso sottovalutata, influisce non solo sulla tassazione, ma anche sul potenziale di crescita del capitale nel tempo. Restare in azienda significa mantenere un rendimento legato alla formula legale, quindi 1,5% fisso + 75% dell’inflazione. Un meccanismo stabile, ma poco dinamico. Nel fondo pensione, invece, il TFR viene investito sui mercati finanziari in base alla linea scelta (prudente, bilanciata, azionaria), ottenendo potenzialmente rendimenti più elevati, ma con un livello di rischio che varia.
La differenza si nota soprattutto nella gestione fiscale. In azienda il TFR non beneficia di particolari vantaggi e viene tassato al momento della liquidazione. Nel fondo pensione, invece, la stessa somma viene trattata come “contributo previdenziale” e quindi accede a un sistema di aliquote agevolate, oltre a una crescita più efficiente nel tempo. In altre parole: la distinzione tra le due opzioni non è solo amministrativa, ma determina quanto del TFR rimarrà effettivamente in tasca al lavoratore.
Tassazione del TFR in azienda
Quando il TFR viene lasciato in azienda, il regime fiscale applicato al momento della liquidazione è quello della tassazione separata. Questo significa che l’imposta non è calcolata secondo le aliquote IRPEF dell’anno in cui si riceve il TFR, ma sulla base della media delle retribuzioni degli anni di lavoro. Sulla carta sembra una forma di tutela, ma nella pratica porta spesso a un’aliquota più alta del previsto, perché non tiene conto di eventuali deduzioni o situazioni personali che potrebbero ridurre il carico fiscale.
Aliquota media più alta e nessun vantaggio fiscale
Il vero limite della tassazione del TFR in azienda è l’assenza di vantaggi fiscali dedicati. L’aliquota effettiva, che si attesta spesso su valori superiori al 20%, non viene ridotta né modulata negli anni, e non beneficia di meccanismi premianti basati sulla durata del rapporto di lavoro. Inoltre, il TFR non produce rendimenti significativi: la formula basata sull’inflazione tutela il potere d’acquisto, ma non genera una crescita interessante.
In pratica, questo sistema porta a due conseguenze concrete:
- una tassazione più pesante rispetto ad alternative più efficienti;
- una crescita limitata del capitale, che non sfrutta nessuna opportunità di rendimento aggiuntivo.
La combinazione di questi fattori rende, per molti lavoratori, la permanenza del TFR in azienda una soluzione meno efficiente sul piano finanziario.
Tassazione del TFR nel fondo pensione
In un fondo pensione la logica cambia completamente. Il TFR, una volta versato, entra in un sistema di tassazione agevolata, pensata per incentivare la previdenza complementare. Allo stesso tempo, il capitale viene investito e può beneficiare di una crescita più dinamica. A differenza della formula aziendale, qui i rendimenti sono variabili, ma la fiscalità è decisamente più favorevole.
Aliquota agevolata dal 15% al 9% e rendimenti tassati al 20%
Il TFR nel fondo pensione viene tassato con un’aliquota sostitutiva agevolata che parte dal 15% e scende progressivamente fino al 9%, applicando una riduzione dello 0,30% per ogni anno successivo al quindicesimo di partecipazione. Questo meccanismo premia in modo concreto il lungo periodo, creando un vantaggio fiscale cumulativo.
I rendimenti vengono invece tassati al 20%, ma con un’importante eccezione: la quota investita in titoli di Stato italiani e assimilati viene tassata al 12,5%, migliorando ulteriormente l’efficienza netta. A livello di crescita, i fondi pensione offrono linee di investimento più prudenziali o più dinamiche, dando la possibilità di adeguare il profilo di rischio al proprio orizzonte temporale.
| Voce | Regola fiscale | Note |
|---|---|---|
| Tassazione sul TFR maturato | 15% → fino al 9% | Riduzione di 0,30% per ogni anno dopo il 15° |
| Tassazione rendimenti | 20% | 12,5% su titoli di Stato |
| Crescita capitale | Variabile | Dipende dalla linea scelta |
| Vantaggi aggiuntivi | Agevolazione fiscale a lungo termine | Maggiore efficienza sulla crescita |
Questo sistema consente di accumulare un capitale più elevato, perché la minor tassazione si combina con una migliore potenzialità di rendimento.
Confronto diretto: quanto si risparmia davvero
Quando si confrontano le due opzioni — azienda vs fondo pensione — emergono differenze tangibili. Il fondo pensione, grazie alla sua tassazione agevolata, consente di trattenere una quota più alta del TFR. Anche un rendimento moderato, nel lungo periodo, può fare la differenza, soprattutto quando sommato al vantaggio fiscale.
Un confronto discorsivo potrebbe riassumersi così: lasciare il TFR in azienda garantisce stabilità, ma offre poca crescita e comporta una tassazione più pesante. Versarlo in un fondo pensione, invece, permette di accedere a un’imposizione più leggera e a una gestione potenzialmente più redditizia, rendendo la scelta più efficiente nel tempo.
Ecco un elenco di elementi che sintetizzano il risparmio possibile:
- riduzione dell'aliquota dal 15% fino al 9%, con beneficio evidente nei periodi lunghi;
- tassazione sui rendimenti più favorevole rispetto ad altri strumenti;
- differenza cumulativa tra crescita annuale del fondo e semplice rivalutazione aziendale;
- maggiore capitale netto al momento della liquidazione o dell’erogazione della pensione complementare;
- impatto fiscale complessivo molto più leggero a parità di TFR maturato.
Perché fiscalmente conviene il fondo pensione
Il fondo pensione conviene perché unisce tre elementi chiave: fiscalità agevolata, crescita nel tempo e gestione più flessibile del capitale. Nel lungo periodo, anche piccole differenze fiscali producono un effetto cumulativo significativo. Inoltre, la possibilità di accedere alle anticipazioni per spese importanti, come casa o spese mediche, rende il fondo più versatile. Non è solo una questione di tasse più basse: è la combinazione tra efficienza fiscale e accumulo potenziato che rende questa soluzione più efficace.
Il TFR come strumento di risparmio intelligente
Il TFR, se destinato a un fondo pensione, diventa molto più di una somma accantonata: si trasforma in un vero strumento di risparmio strutturato. Grazie alla fiscalità più favorevole e alla crescita potenziale, questa scelta permette di massimizzare il valore del proprio capitale nel tempo, mantenendo una gestione flessibile e orientata al futuro.
2 dic 2025 | 5 min di lettura | Pubblicato da Linda M.
Confronta investimenti:
Conti deposito
Confronta i rendimenti dei conti deposito
Fondi pensione
Confronta i migliori fondi pensione
Guide agli investimenti








Banche
Scopri i dettagli, i prodotti e la storia delle banche partner di Facile.it.