Target Price: che cos’è, come si calcola e perché conta nelle decisioni di investimento

Le 3 cose da sapere
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Il Target Price è una stima del valore futuro di un titolo, basata su diverse analisi.
1Il Target Price è una stima del valore futuro di un titolo, basata su diverse analisi.
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Serve agli investitori come riferimento per valutare se un’azione è sottovalutata o sopravvalutata.
2Serve agli investitori come riferimento per valutare se un’azione è sottovalutata o sopravvalutata.
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È uno strumento utile ma non infallibile, perché dipende da ipotesi variabili.
3È uno strumento utile ma non infallibile, perché dipende da ipotesi variabili.
Il Target Price è uno degli strumenti più utilizzati nel mondo degli investimenti e ricorre spesso nelle analisi e nei commenti di mercato. Viene impiegato da analisti, istituzioni finanziarie e investitori per stimare il potenziale futuro di un titolo, ma la sua funzione viene talvolta interpretata in modo eccessivamente semplificato.
Comprendere cosa rappresenta, come viene calcolato e in che modo può essere inserito in una strategia di investimento consapevole aiuta a leggere con maggiore chiarezza i movimenti del mercato e a valutare le proiezioni degli analisti.
Sommario
Cosa è il Target Price
Il Target Price, o Prezzo Obiettivo, rappresenta il livello di prezzo che analisti e case d’investimento ritengono realistico per un titolo entro un certo orizzonte temporale, solitamente di un anno. È una sorta di “destinazione teorica” basata su valutazioni che combinano analisi fondamentale, tecnica e comparativa, e che cercano di sintetizzare il valore economico intrinseco dell’azienda.
Per molti investitori, il Target Price è anche la soglia operativa alla quale intendono liquidare una posizione, perché riflette sia le aspettative di rendimento sia il punto in cui ha senso prendere profitto. Essendo legato ai dati aziendali e alle condizioni di mercato, cambia nel tempo: nuove trimestrali, variazioni macroeconomiche o notizie societarie possono rendere necessario aggiornare o ricalcolare l’obiettivo.
Perché il Target Price è importante per gli investitori
Il Target Price aiuta a interpretare in modo pratico se un titolo appare sottovalutato o sopravvalutato rispetto al suo prezzo corrente. Funziona come una sorta di riferimento che orienta le scelte operative, perché confronta il valore attuale con una stima generata da analisi strutturate.
Sebbene non vada seguito ciecamente, molti investitori lo considerano una bussola utile, specialmente quando è accompagnato da motivazioni solide. In particolare, le statistiche indicano un’affidabilità media intorno al 60–70%, un dato che invita a usarlo come strumento informativo e non come verità assoluta.
Impatto sul sentiment di mercato
Quando grandi banche d’investimento o analisti molto seguiti pubblicano revisioni del Target Price, il sentiment può cambiare in modo sensibile. Un aumento dell’obiettivo di prezzo viene spesso percepito come segnale di fiducia nella crescita futura dell’azienda, generando un incremento della domanda sul titolo e talvolta un’accelerazione dell’andamento rialzista.
Al contrario, un taglio del Target Price tende a suscitare preoccupazione: gli investitori interpretano la revisione come un segnale di rischio più elevato o di prospettive meno favorevoli, e questo può innescare vendite rapide. Queste reazioni sono amplificate quando i report provengono da soggetti con reputazione consolidata.
Influenza sulle decisioni di acquisto e vendita
Il rapporto tra il Target Price e il prezzo corrente rappresenta una guida immediata e concreta per le decisioni operative degli investitori:
- se il Target Price è più alto del prezzo attuale, il titolo può apparire sottovalutato e quindi interessante per un acquisto, soprattutto se l’investitore crede che il mercato non stia valorizzando pienamente i fondamentali dell’azienda;
- se è più basso, il titolo può sembrare sopravvalutato e suggerire una vendita, un alleggerimento della posizione o un’attesa più prudente.
L’interpretazione del Target Price varia anche in base all’orizzonte temporale dell’investitore. Un trader a breve termine può sfruttare rapidamente le discrepanze tra prezzo corrente e prezzo obiettivo per operazioni speculative o tattiche, mentre un investitore di lungo periodo inserisce queste informazioni in un quadro più ampio, valutando la coerenza con la strategia complessiva, i fondamentali aziendali e le prospettive settoriali. In ogni caso, il Target Price funziona come un indicatore di riferimento, utile a orientare le scelte senza sostituire l’analisi completa del titolo.
Metodi per calcolare il Target Price
Il Target Price non deriva da un unico approccio, ma dalla combinazione di più metodi analitici. Ogni metodologia porta una prospettiva diversa e, proprio per questo, le stime degli analisti possono variare in modo sensibile.
| Metodo di analisi | Descrizione | Punti di forza | Limiti |
|---|---|---|---|
| Analisi fondamentale | Valuta bilanci, utili, flussi di cassa e prospettive del settore. | Orientata ai dati reali e al valore economico dell’azienda. | Sensibile alle ipotesi e all’incertezza nelle previsioni future. |
| Analisi tecnica | Proietta livelli di prezzo basandosi su grafici, trend e volumi. | Utile per stimare obiettivi di breve/medio periodo. | Non considera i fondamentali dell’azienda. |
| Analisi comparativa | Confronta multipli e metriche con società simili. | Rapida, intuitiva e coerente con il mercato. | Meno precisa se il settore è volatile o poco omogeneo. |
Analisi fondamentale
L’analisi fondamentale si concentra sugli aspetti economico–finanziari dell’azienda: utili, flussi di cassa, struttura del debito, posizionamento competitivo e qualità del management. Da questa prospettiva emergono due approcci molto utilizzati:
- flussi di cassa scontati (DCF): il valore intrinseco dell’azienda viene stimato attualizzando i flussi di cassa futuri. È un metodo molto apprezzato perché lega il prezzo obiettivo alla reale capacità dell’azienda di generare valore nel tempo;
- multipli di mercato (P/E, EV/EBITDA, P/S): i multipli confrontano il prezzo del titolo con indicatori operativi.
Un esempio tipico è calcolare un P/E coerente col settore e applicarlo agli utili attesi dell’azienda per derivarne un prezzo obiettivo.
L’analisi fondamentale spesso integra anche l’andamento storico della società, il contesto macroeconomico e le prospettive del settore.
Analisi tecnica
L’analisi tecnica guarda esclusivamente al comportamento del prezzo e dei volumi, senza considerare bilanci o utili. Il Target Price può essere ricavato da vari strumenti grafici:
- il superamento di una resistenza può far stimare un movimento pari all’ampiezza del range precedente;
- i ritracciamenti di Fibonacci aiutano a individuare aree in cui il prezzo potrebbe fermarsi;
- le medie mobili identificano zone dinamiche di supporto e resistenza.
Questo approccio è molto usato da trader e investitori orientati al market timing.
Analisi comparativa
L’analisi comparativa confronta il titolo con aziende simili appartenenti allo stesso settore, utilizzando multipli come P/E, EV/EBITDA o P/S. L’obiettivo è capire se il mercato attribuisce al titolo una valutazione coerente rispetto ai suoi concorrenti.
È un metodo rapido e intuitivo, utile soprattutto nei settori maturi o dove i modelli di business sono omogenei. Tuttavia, può diventare meno affidabile quando il comparto è molto volatile, presenta forte eterogeneità tra le aziende o mancano dati realmente comparabili. Per questo motivo, la comparativa funziona al meglio se affiancata da un’analisi più approfondita, fondamentale o tecnica.
Dove trovare i Target Price: fonti e report degli analisti
I Target Price vengono generalmente pubblicati all’interno dei report redatti da banche d’investimento, case d’analisi e broker internazionali. In questi documenti, il prezzo obiettivo è quasi sempre accompagnato da:
- un rating, come Buy, Hold o Sell;
- un orizzonte temporale, che indica entro quando l’analista si aspetta che il titolo raggiunga quel valore.
Le stime vengono riviste con regolarità, soprattutto quando emergono nuove informazioni: risultati trimestrali, aggiornamenti sulla guidance, notizie societarie rilevanti o cambiamenti del contesto macroeconomico.
Accanto ai report degli analisti, esistono anche fonti istituzionali che offrono definizioni e chiarimenti utili. Il Glossario di Borsa Italiana o gli approfondimenti della serie “Sotto la Lente” sono esempi di risorse affidabili per comprendere meglio il significato e l’utilizzo dei Target Price.
Tra gli emittenti e le istituzioni più attive in questo campo figurano gruppi come HSBC, Goldman Sachs, JP Morgan e altre società finanziarie internazionali, che pubblicano con frequenza obiettivi di prezzo e raccomandazioni sui principali titoli quotati.
Come interpretare il Target Price
Interpretare correttamente un Target Price significa non fermarsi al numero in sé, ma analizzare l’intero processo che ha portato alla sua definizione. Il prezzo obiettivo è infatti il risultato di un insieme di ipotesi, modelli e valutazioni soggette a revisione, e può riflettere sia elementi concreti (come utili attesi, multipli di mercato o trend tecnici) sia componenti più qualitative, come le prospettive del settore o la fiducia nella strategia manageriale.
Il divario tra prezzo corrente e prezzo obiettivo offre una prima indicazione sul potenziale di apprezzamento o di ribasso, ma questo scarto va interpretato alla luce di vari fattori: la fase del ciclo economico, la volatilità del mercato, la credibilità della fonte, l’orizzonte temporale della stima e l’eventuale presenza di più Target Price concordanti o molto divergenti.
In altre parole, il Target Price può essere un riferimento prezioso, ma funziona davvero solo se inserito in un quadro più ampio di analisi. Non va quindi considerato un responso definitivo, ma uno strumento che aiuta a contestualizzare il valore atteso del titolo.
Quando è superiore al prezzo attuale: opportunità?
Quando il Target Price supera il prezzo corrente, il mercato potrebbe non stare riconoscendo appieno il valore del titolo e questo apre spazio a possibili strategie di acquisto. L’interpretazione diventa particolarmente interessante se più analisti convergono sulla stessa stima, oppure se l’azienda sta attraversando un periodo di crescita dei fondamentali o presenta trend tecnici solidi. In questi casi, l’investitore può considerare l’opportunità di entrare sul titolo o aumentare l’esposizione.
Quando è inferiore: segnale di allarme?
Un Target Price più basso del prezzo attuale suggerisce che il titolo possa essere sopravvalutato. Può essere un campanello d’allarme, specie se coincide con segnali negativi relativi agli utili, ai margini o al momentum tecnico. Non sempre il mercato reagisce immediatamente, ma quando la revisione arriva da istituzioni autorevoli può provocare movimenti rapidi e decisi.
Limiti e rischi nell’affidarsi al Target Price
Il Target Price, pur essendo uno strumento utile, presenta diversi limiti intrinseci. È una stima soggettiva, basata su modelli che dipendono da ipotesi su utili futuri, contesto macroeconomico, tassi di interesse, comportamento del mercato e altri fattori che possono cambiare rapidamente. Per questo motivo analisti diversi possono arrivare a valori molto differenti, soprattutto in settori più ciclici o in fasi di forte volatilità.
Un rischio comune è attribuire troppo peso a una singola stima, senza considerare che il mercato può reagire a notizie impreviste o a eventi non contemplati nei modelli. Anche l’eccessiva fiducia in un singolo analista può essere fuorviante: confrontare più valutazioni e verificare la coerenza tra diversi metodi di analisi offre una visione più robusta.
In definitiva, il Target Price va interpretato come un’indicazione utile, ma non definitiva. La sua utilità aumenta quando viene aggiornato alla luce delle nuove informazioni e inserito all’interno di una più ampia strategia di analisi e gestione del rischio.
Esempi pratici: come è cambiato un Target Price dopo una trimestrale
Le revisioni del Target Price dopo l’uscita delle trimestrali mostrano concretamente quanto queste stime siano dinamiche. Se un’azienda pubblica risultati peggiori delle attese, un titolo che quota 60 dollari può vedere il suo obiettivo di prezzo scendere da 70 a 50 dollari, con conseguente pressione in vendita. In caso di risultati molto positivi, il Target Price può salire rapidamente: da 70 a 80 dollari, generando acquisti e spingendo il titolo verso l’area del nuovo obiettivo.
Un esempio pratico riguarda Tesla: se scambia a 200 dollari e un gruppo di analisti alza il Target Price a 250 dollari, il mercato può reagire con nuovi flussi in acquisto, favorendo una rapida salita verso livelli intermedi come 220 dollari.
La stessa dispersione si osserva su titoli come Stellantis, dove obiettivi differenziati: 11,5 euro (HSBC), 15 euro (Goldman Sachs) e 17 euro (JP Morgan), mostrano quanto le stime possano divergere anche tra analisti altamente qualificati.
Come integrare il Target Price nella propria strategia di investimento
Integrare il Target Price in una strategia significa usarlo come uno dei parametri per decidere se comprare, vendere o mantenere un titolo. Il confronto tra prezzo corrente e prezzo obiettivo offre un orientamento, ma la scelta finale va sempre ponderata con altri elementi: analisi fondamentale, prospettive di settore, sentiment di mercato e gestione del rischio. È buona pratica non affidarsi a una sola stima e verificare la coerenza tra diversi analisti o tra diversi metodi di valutazione.
Il Target Price è un indicatore prezioso per comprendere le aspettative sul futuro di un titolo e per valutare opportunità o eccessi di mercato. Tuttavia rimane una stima, soggetta a revisioni e non sempre accurata. La sua massima utilità emerge quando viene inserito in un quadro analitico più ampio, che combini fondamentali, tecnica e valutazione del rischio. In questo senso, il Target Price è meglio considerarlo una guida, non una certezza.
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18 nov 2025 | 9 min di lettura | Pubblicato da Marta R.
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