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Aumenti in bolletta adeguati all'inflazione, ecco chi può cambiare operatore

12 dic 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Giorgia Nardelli

ragazzo al pc con bolletta della luce

Dopo il gas e l'energia elettrica, ecco che arrivano aumenti anche per i contratti di internet casa. Manca ancora un anno, e per ora ad annunciare i rialzi sono solamente le compagnie Tim e WindTre, ma i rincari si preannunciano salati, e anche chi ha un vecchio contratto potrebbe essere coinvolto. Cosa cambia? I due big delle telecomunicazioni hanno comunicato che a partire dal 2024 le tariffe di telefonia fissa e mobile saranno adeguate annualmente ai tassi dell'inflazione. E la novità, purtroppo, non riguarderà solo i nuovi contratti, ma potrà interessare anche quelli già attivati.

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L'annuncio di Tim

Dal suo sito ufficiale Tim ha fatto sapere che dal 27 novembre 2022 le offerte di rete fissa e mobile potranno prevedere l’adeguamento annuale dei prezzi all’indice Istat. L'allineamento scatterà a partire dal 1° aprile 2024, ma la compagnia non si limiterà ad applicare lo stesso coefficiente elaborato dall'istituto di statistica. All'indice annuale dell'inflazione sarà aggiunto un coefficiente fisso pari a 3,5 punti percentuali, per un aumento che non potrà superare comunque il 10% all'anno. In caso di inflazione pari a zero sarà applicato il solo coefficiente, (quindi le tariffe aumenteranno anche se il costo della vita resterà invariato), mentre con inflazione negativa non si terrà conto della variazione. La modifica del costo mensile, scrive ancora Tim, sarà comunicata ai clienti interessati, per ciascun anno di riferimento, con un messaggio dedicato.

Wind: si parte a gennaio 2024

Anche Wind ha approvato una variazione analoga, che scatterà dal 1° gennaio 2024, e anche in questo caso non è chiaro a quali contratti sarà applicata. All'adeguamento Istat annuale sarà aggiunto un coefficiente del 5%. La variazione sarà applicata sulle tariffe al primo trimestre di ogni anno, e la compagnia ricorda ai clienti anche che l'allineamento all'inflazione non costituisce una modifica unilaterale del contratto, e dunque non conferisce al cliente diritto di recesso senza costi.

Perché ci interessa adesso

Sia Tim sia Wind hanno fatto sapere che la novità non toccherà indistintamente tutti i contratti, ma che in ogni caso potrà riguardare anche quelli già in essere. Dunque, anche chi ha un vecchio contratto potrà essere raggiunto da un messaggino dalla società, che annuncia la novità a partire dal 2024. "Per chi è già cliente, Wind ha previsto espressamente la possibilità di recedere senza penali, prima che entri in vigore la modifica, mentre Tim non lo esplicita, ma di fatto la possibilità è garantita dal Codice del consumo", tranquillizza la vicepresidente di Federconsumatori, Giovanna Veneto. Occhio quindi alle comunicazioni, perché una volta ricevuto l'avviso si potrà uscire gratuitamente dal contratto e cercare un nuovo operatore.

Occhio ai nuovi contratti

Chi invece sta per passare ora a una delle due compagnie o sta per firmare un nuovo contratto, dovrà fare attenzione a scegliere una proposta che non preveda l'adeguamento Istat. Accettarla signifca dire sì ad aumenti annuali, che partono dal 3,5% per Tim e dal 5% per Wind. Poniamo il caso di un cliente Wind che oggi ha una tariffa di 10 euro mensili: anche in uno scenario di inflazione zero, l'anno prossimo pagherà 10,50 euro al mese, e tra 5 il conto sarà lievitato a 12,76 euro. "Le compagnie non si limitano ad allineare le tariffe all'inflazione, ma aggiungono un coefficiente fisso, e in entrambi i casi non prevedono il ribassamento in caso di inflazione negativa", denuncia la vicepresidente di Federconsumatori.

Il rischio di un cartello

La paura delle associazioni dei consumatori è però soprattutto un'altra: "Se le altre società seguiranno a ruota l'esempio di Wind e Tim assisteremo a un aumento generalizzato dei prezzi, che non lascerà scampo a nessuno", aggiunge la vicepresidente. Per questa ragione, Federconsumatori ha chiesto un incontro al ministero dello Sviluppo e all'Agcom, chiedendo che vengano convocate le principali compagnie telefoniche.

Autore
giorgia nardelli

Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.

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