21 mar 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Alessandro d.
Mobilità sostenibile. Riduzione, se non azzeramento, delle emissioni. Ma anche decarbonizzazione e transazione energetica. Sono obiettivi che possono essere raggiunti grazie a una scatola: la batteria delle auto elettriche.
Fin dal loro arrivo sul mercato, le auto elettriche sono state messe in discussione per l'efficienza della batteria, la cui durata complessiva e il loro smaltimento sono aspetti ancora adesso molto complessi.
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Per sviluppare e produrre le batterie sono necessari ingenti investimenti e un massivo sfruttamento del territorio per l'estrazione dal sottosuolo di materie prime come nichel, litio e cobalto, con immaginabili conseguenze economiche, ambientali e sociali.
Ecco perché il riciclo delle batterie delle auto elettriche rappresenta una necessità e, secondo uno studio di Motus-E, Strategy& e Politecnico di Milano, anche una opportunità capace di generare ricavi per oltre 6 miliardi di euro entro il 2050.
Il report presenta uno scenario al 2050, relativo all'Europa e all'Italia, sul riciclo di batterie dei veicoli elettrici. In altri termini, stima il mercato del riciclo e degli investimenti necessari, analizza quali possono essere i possibili modelli di business da attuare e cerca di individuare quali possono essere le tecnologie più indicate.
Al momento, il ciclo di vita della batteria comprende le seguenti fasi:
Ma si stanno studiando soluzioni per garantire una seconda vita alle batterie, al termine del loro primo ciclo di vita, tramite strategie di riutilizzo e ricondizionamento che consentono di prolungarne l’utilizzo di circa 10 anni.
Secondo lo studio, nel 2050 il riciclo delle batterie dei veicoli elettrici in Europa può generare ricavi per circa 6 miliardi di euro. In Italia invece, senza valutare l’indotto e considerando solo le batterie già sul territorio, si può arrivare a circa 600 milioni di euro.
È necessario però adeguare gli impianti: in Europa è vietato smaltire le batterie in discarica ma, al momento, quelle di prima generazione devono essere trattate in impianti progettati per batterie diverse (per esempio al piombo). In Italia non ci sono centri adeguati e, per intercettare tutti i volumi generati sul territorio Europeo, sono necessari investimenti pari a circa 2,6 miliardi di euro, 300 milioni dei quali destinati al mercato italiano.
L'UE sta imponendo la presenza di un contenuto minimo di materiale riciclato nelle batterie, aprendo un mercato di ampia portata. L'Italia ha un'esperienza consolidata in fatto di riciclo e può diventare un leader del settore, riuscendo a riciclare batterie provenienti dall’estero.
Con la crescita del parco di veicoli elettrici (BEV, con propulsione esclusivamente elettrica, PHEV gli ibridi plug-in con ricarica esterna e HEV, gli ibridi senza ricarica con motore elettrico e termico) nel Vecchio Continente (+23% in Europa e +32% in Italia tra il 2020 e il 2030), si stimano volumi da riciclare in crescita, creando un nuovo business.
I vantaggi del riciclo delle batterie delle auto elettriche appaiono evidenti, se pensiamo a quanto scritto sopra riguardo lo sviluppo e la produzione degli accumulatori.
Si crea un circolo virtuoso che include l'indipendenza nazionale (perché si riducono le importazioni), il miglioramento delle condizioni sociali (perché dalle nuove attività si crea occupazione) e ambientali (riduzione delle estrazioni), oltre all'ottimizzazione della logistica (perché aumenta la disponibilità delle materie prime con conseguente riduzione dei prezzi).
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