14 gen 2021 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
Oroscopi, giochi, musica, meteo: a chi non è successo di ritrovarsi con un abbonamento a pagamento dopo aver cliccato per sbaglio su un banner esca.
Tecnicamente si chiamano "servizi a valore aggiunto" che si chiedono via web e si pagano con il credito o l'abbonamento della propria sim, spesso sono invece vere e proprie truffe, in grado di prosciugare il credito residuo in pochi giorni.
In questi anni ci sono cascati milioni di utenti, e ancora oggi le associazioni di consumatori attendono che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni renda obbligatorio con una delibera il blocco dell’accesso a questi servizi.
Anche se oggi chiamando il call center del proprio gestore, o in molti casi anche con un semplice clic sulla sua App è possibile disattivare i servizi a pagamento, è necessaria appunto una richiesta esplicita dell'utente, che non tutti fanno.
Qualche compagnia si sta però muovendo per contrastare il fenomeno, ed è il caso di WindTre, che dal 18 gennaio attiverà in automatico e gratuitamente un blocco preventivo ai servizi in sovrapprezzo - il cosiddetto "barring" - su tutte le utenze sia prepagate che in abbonamento.
Da quel momento sarà dunque impossibile per gli utenti WindTre attivare dal proprio telefono servizi a pagamento, sia consapevolmente che inconsapevolmente, perché prima bisognerà esplicitamente chiedere alla compagnia di rimuovere il blocco, chiamando il call center o rivolgendosi a un punto vendita.
Chi per sua abitudine acquista servizi a pagamento potrà comunque fare una semplice operazione anche prima dell’entrata in vigore del barring, comunicando la sua intenzione entro l’8 gennaio al servizio clienti di WindTre via telefono, via chat, tramite App o sito web, o in un punto vendita.
La società fa inoltre sapere che saranno sempre ricevibili senza blocchi gli sms a pagamento delle banche, quelli per il televoto e per le donazioni, e saranno acquistabili i servizi di mobile ticketing e/o parcheggio pagati con il credito telefonico, così come tutti i servizi che richiedono una registrazione.
In attesa del barring, WindTre ha messo in piedi dal 1° dicembre un altro ostacolo agli abbonamenti fraudolenti: grazie al sistema del codice "One time password" (Otp), lo stesso usato dalle banche per confermare operazioni sul conto corrente.
Ogni abbonamento a un servizio a pagamento deve essere convalidato dal cliente, che è obbligato a digitare il codice arrivatogli via sms: una strategia per evitare appunto i servizi "inconsapevoli".
Anche Tim ha fatto un passo avanti per contrastare questa odiosa pratica, anche se la sua iniziativa non riguarda la totalità dei clienti.
Il barring è infatti stato introdotto già dal 25 novembre 2020 per tutti coloro che da questa data hanno acquistato una nuova sim Tim, sia con nuova numerazione che con numero portato: la possibilità di acquistare servizi a sovrapprezzo è quindi disabilitata, lo stesso già avviene per i titolari di alcune tipologie di contratto, vale a dire Tim Ricarica automatica, Tim Unica, Tim International, Tim Junior, e dal 28 settembre anche Tim Safe Web.
Come per WindTre, anche per Tim la disattivazione non riguarda i contenuti informativi bancari, l'acquisto di biglietti e il televoto, e gli utenti possono rimuovere e poi reinserire il barring in ogni momento, dalla App MyTim, anche via chat, chiamando o inviando un messaggio al 119. In tutti i casi, quando il blocco o lo sblocco viene attivato si riceve un sms di conferma.
Anche la compagnia telefonica Ho. Mobile prevede il blocco in automatico dei servizi digitali a pagamento. Sul sito del gestore si legge che "I servizi digitali a pagamento come oroscopi, quiz e suonerie, sono bloccati, così non rischi di ricevere addebiti indesiderati sul tuo credito residuo".
Rientrano però in questa categoria anche i messaggi a pagamento delle banche, e gli sms per il televoto. In ogni caso, sbloccare la ricezione o l’invio è possibile, bisogna entrare nell’area clienti del sito o nella App, e cliccare su "La mia offerta" e scegliere "Blocco chiamate dati e sms".
Purtroppo gli esempi virtuosi si fermano qui, per ora, ma mentre si aspettano le iniziative di altre compagnie è bene sapere che chi ha involontariamente attivato un servizio a pagamento ha diritto a chiedere il rimborso chiamando il numero unico 800 44 22 99, oppure contattando il proprio gestore telefonico tramite call center entro sei mesi.
Le modalità di rimborso cambiano a seconda del tipo di contratto. Per le prepagate la cifra dovrà essere riaccreditata sul conto telefonico entro 10 giorni lavorativi dalla verifica, per gli abbonamenti andrà stornata nella prima fattura utile.
Come spiega però l’associazione Altroconsumo, la somma non è dovuta se risulta che il consumatore ha ricevuto l’sms a conferma dell’attivazione e se il servizio è stato attivato con doppio clic.
E se ci si rende invece conto sul momento di avere sottoscritto un contratto involontariamente, perché si riceve appunto un sms di conferma? In quel caso si può far valere il diritto di ripensamento entro 6 ore.
In quell'arco di tempo l'utente può infatti chiamare il numero verde 800 44 22 99 e richiedere l'immediata disattivazione del servizio e il riaccredito di quanto addebitato.
Da gennaio 2020 la richiesta può essere anche inviata via sms allo stesso numero, digitando la parola "annulla". È bene però in quel caso conservare sia gli sms ricevuti sia quelli inviati, per dimostrare di avere agito entro le 6 ore. Il riaccredito arriverà entro 24 ore, sul credito o sul conto telefonico.
Anche per chiedere la disattivazione degli abbonamenti eventualmente sottoscritti si può contattare lo stesso numero verde (800 44 22 99), oltre che il proprio operatore.
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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