Minori e sicurezza online: cosa dicono le linee guida definitive dall’UE
24 set 2025 | 5 min di lettura | Pubblicato da Eleonora D.

In un mondo in cui proteggere i bambini dai rischi di Internet diventa sempre più difficile, bisogna conoscere le norme create appositamente per tutelarli, in vigore oggi in tutta la Comunità Europea.
Lo scorso luglio 2025, la Commissione UE ha pubblicato nuove linee guida nell’ambito del Digital Services Act (DSA), con lo scopo di aiutare, soprattutto i genitori, a orientarsi sulle precauzioni da adottare per proteggere i propri figli online.
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Nell’ambito delle leggi sui servizi digitali, per assicurare un’esperienza online sicura per i bambini e i giovani, il 14 luglio 2025 la Commissione Europea ha emanato le linee guida per la protezione dei minori (Digital Services Act – DSA - Regolamento (UE) 2022/2065)
Si tratta di un passo importante, che segue numerosi altri interventi legislativi precedenti, con l’obiettivo di fornire un quadro normativo chiaro sensibilizzando, al contempo, sia i ragazzi che i e genitori all’uso consapevole di Internet.
Con l’avvento dell’AI (Intelligenza Artificiale), le politiche dell’UE assumono un peso ancor più rilevante rispetto al passato, poiché si integrano in un contesto - quello attuale - in cui la sicurezza e la privacy sono messe a rischio da strumenti digitali sofisticati e automatizzati, in grado di memorizzare e rielaborare non solo informazioni generiche e innocue, ma anche dati e contenuti sensibili come foto e video appartenenti a minori.
Lo scopo delle linee guida: nuove frontiere nell’utilizzo di Internet
Se da un lato internet offre vantaggi e opportunità, dall’altro, rappresenta una sfida quotidiana, poiché il web cela numerosi rischi, soprattutto per i più giovani.
Dai contenuti violenti o pedopornografici, fino al cyberbullismo e al furto dei dati personali, i bambini, in ragione della giovane età e curiosità, sono soggetti particolarmente esposti ai pericoli della rete.
In questo quadro assai complesso, le linee guida dell'UE perseguono un duplice scopo: proteggere i minori da un lato, e consentire loro di usufruire appieno dei benefici del digitale dall’altro.
Per raggiungere tale equilibrio, l’aspetto centrale delle direttive è insegnare a riconoscere i rischi insiti nel digitale e a prevenirli, coinvolgendo non solo i giovani utenti, ma anche i genitori.
Elemento distintivo nella nuova strategia, dunque, è promuovere un dialogo costante tra genitori e figli, per favorire una navigazione consapevole, quanto sicura, in un universo digitale complesso e sfaccettato.
App, Social Network e servizi di gaming: cosa cambia per le piattaforme
In base alle nuove linee guida, tanto i Social Network come Instagram, Tik Tok e Facebook, quanto Whatsapp, Telegram e altri sistemi di messaggistica istantanea, nonché le piattaforme di gaming online, dovranno garantire maggiore sicurezza nell’utilizzo dei propri servizi. Ecco come:
- profili privati di default. Gli account dei minori dovranno essere invisibili agli estranei fin dall’attivazione;
- implementare la sicurezza degli algoritmi. I sistemi di "raccomandazione " per interesse dovranno evitare di attrarre i ragazzi verso contenuti nocivi o rischiosi;
- maggior controllo sulle interazioni. I minori potranno bloccare facilmente gli utenti sospetti o molesti e non saranno inseriti in gruppi senza il loro consenso.
- tutela dei contenuti personali: da tutti i servizi e/o piattaforme sarà vietato scaricare o fare screenshot dei contenuti pubblicati da un minore;
- impostazione di limiti alle funzioni che creano dipendenza: autoplay, notifiche notturne o streaks verranno disattivati di default.
- limiti più stringenti alle pratiche commerciali scorrette: sarà vietato ogni tipo di pubblicità ingannevole o di meccanismo di acquisto che sfrutta l’inesperienza di un minore.
Sulla verifica dell’età: un futuro digitale monitorato e sicuro
Di certo, il capitolo più importante delle linee guida UE sulla tutela dei minori riguarda la verifica dell’età. Finora, infatti, bastava un clic per dichiararsi maggiorenni, ma questo sistema non è più considerato sicuro, poiché chiunque potrebbe autodichiararsi tale.
Le direttive della Commissione prevedono due approcci diversi:
- i siti e le piattaforme dovranno sempre verificare in modo sistematico e accurato l’età per contenuti vietati ai minori, tramite strumenti come i futuri portafogli digitali europei;
- per i servizi rivolti alle fasce più giovani (ad esempio i Social Network) bisognerà adottare sistemi di stima dell'età tecnologicamente avanzati, meno invasivi e, al contempo, più affidabili. Questo, per assicurare un accesso sicuro a piattaforme come quelle rivolte agli utenti a partire dai 13 anni.
Un approccio mirato, basato sui rischi reali
La politica introdotta con le linee guida adotta un approccio bilanciato e realistico, mai superficiale.
Il presupposto è che non tutte le piattaforme sono uguali e che non tutti i siti comportano gli stessi rischi. Il cuore delle direttive è l’obiettività e la proporzione, di conseguenza, ogni servizio avrà l’obbligo di valutare i propri rischi in base a fattori come:
- la tipologia di contenuti offerti;
- il numero di utenti,
- le fasce d’età di utilizzo.
In ogni caso, la regola inderogabile è una sola: offrire servizi sicuri e tutelare la privacy, con particolare riguardo ai diritti dei minori, fin dalla progettazione del servizio, e non aggiunte in un secondo momento.
Il ruolo delle famiglie e degli altri operatori nell’educazione digitale
Per i genitori e gli educatori, le nuove linee guida rappresentano un supporto concreto. Di certo, però, non sostituiscono il ruolo essenziale di accompagnamento e guida nel percorso digitale dei più giovani.
La vera sicurezza, infatti, nasce dal dialogo e dall’educazione in un ambiente famigliare e formativo attento alle dinamiche complesse dell’età giovanile.
Di conseguenza, nonostante gli obblighi a carico di siti e piattaforme siano più rigidi, grazie alle direttive dell’UE, resta fondamentale affiancare i minori in tutte le fasi che riguardano l’utilizzo di servizi Internet: dell’attivazione dell’account alle impostazioni di sicurezza, fino alle raccomandazioni più semplici e che spesso vengono date per scontate.
Resta la necessità di spiegare ai ragazzi in modo chiaro i rischi legati ai contatti online e ai contenuti sospetti, e incoraggiarli a chiedere aiuto in situazioni difficili, come nei casi di cyberbullismo o tentativo di adescamento.
Anche stabilire insieme regole condivise sull’uso dei Social network e dei videogiochi contribuisce ad esperienze più consapevoli. In conclusione, nella tutela dei minori online il coinvolgimento attivo degli adulti resta insostituibile.

Eleonora D'Angelo, romana ma residente in Sardegna, si è laureata in Giurisprudenza all'Università Roma Tre nel 2013.
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