22 mag 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Flavio S.
La rincorsa italiana agli obbiettivi dichiarati per il 2017 e a quelli Europei 2020, rispettivamente con copertura della banda larga al 50% e al 100% della popolazione, rischia di subire un brusco stop. Dopo tanto entusiasmo, infatti, è improvvisamente emerso che i fondi stanziati dal Governo per favorire lo sviluppo delle reti di nuova generazione non è sufficiente a supportare la roadmap disegnata dalle istituzioni nazionali e comunitarie appena qualche mese fa.
A rivelarlo è il dossier inviato dall’attuale Governo a Bruxelles, dopo il preliminare curato dagli uomini dell’ex premier Letta, per la richiesta di accesso ai fondi europei. Finito nelle mani della stampa, il documento evidenzierebbe come il progetto italiano, minato dal cronico ritardo del Paese sulla banda larga, sia ben lontano dal poggiare su solide basi economiche e programmatiche.
A poche settimane dalla prima bocciatura da parte della Commissione Europea sullo stanziamento di 1,2 miliardi di euro, ritenuti insufficienti al raggiungimento degli obbiettivi per la banda larga, il dossier definitivo non sembra ancora offrire le garanzie attese dall’UE e dagli stessi cittadini. In dettaglio, l’attuale Governo si è detto pronto ad attingere alle risorse originariamente destinate ad altri settori, come l’agricoltura e lo sviluppo delle zone rurali (chiaro il richiamo alle State Aid Broadband Guidelines), anche se non esistono certezze sull’ammontare di tali somme.
Se l’incertezza economica mina il futuro delle reti di nuova generazione in Italia, altrettanto si può dire del programma di sviluppo che dovrebbe portare alla copertura con la banda larga del 50% della popolazione entro il 2017 e del 100% entro il 2020. Al di là degli impegni a livello locale, l’Europa continua a chiederci una strategia nazionale ben definita e, stando sempre alle indiscrezioni sull’ultimo dossier italiano, il programma operativo per l’accesso ai fondi presenterebbe ancora numerose lacune in tal senso.
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