
Bitcoin torna a 20.000 dollari
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L’estrazione delle varie criptovalute è un sistema utilizzato per creare moneta digitale attraverso appositi software di calcolo, elaborati dai cosiddetti computer mining (in inglese, "attività estrattiva").
"Minare" Bitcoin, per esempio, vuole dire generarli nella rete, distribuirli online e renderli disponibili al trading sulle varie piattaforme.
Ebbene, quei computer - potenti e complessi - consumano tantissima energia, quindi inquinano molto. Pure il blockchain, sistema sul quale si basano le criptovalute per assicurare la loro affidabilità, è un grande consumatore.
È possibile far diventare questa attività, destinata ad aumentare, più ecologica? Pare di sì. Per esempio, in El Salvador, dove i Bitcoin sono diventati denaro a corso legale, si è fatto ricorso all’energia geotermica, grazie a un generoso vulcano.
Tuttavia quello salvadoregno è un caso isolato. Quanto pesa la produzione di criptovalute a livello globale? Secondo una valutazione del Cambridge Centre for Alternative Finance (Ccaf), risalente al 2019, soltanto il Bitcoin - la più famosa di un paio di migliaia di criptovalute - consuma 99 terawattora in un anno (1 TWh è pari a 1 miliardo di chilowattora). Per farsi un'idea, è la stessa quantità di elettricità usata in un anno dalle Filippine.
Sembra che nel 2021 i consumi siano un po' meno forti, grazie a un miglioramento delle tecnologie, però il problema resta. Tanto che il Governo cinese ha chiesto alle compagnie elettriche di non rifornire le imprese di mining (proprio in Cina hanno sede moltissime basi operative). Lo scopo: non permettere che nel giro di un triennio le emissioni di gas serra, responsabili del surriscaldamento globale, aumentino di 130 milioni di tonnellate.
La conseguenza di queste restrizioni? Gli operatori che si basavano su tecnologie più inquinanti hanno chiuso i battenti; quelli sopravvissuti hanno puntato su energie rinnovabili e su hardware meno affamati di elettricità, come fanno già gli operatori più avanzati. Oggi nel mondo 3 produttori di criptovalute su 4 usano, in media, almeno il 40% di energia green. Si spera che entro qualche anno si possa arrivare al 100%.
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