
Energia verde: iter al minimo e pannelli obbligatori
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Dopo il nulla di fatto della primavera scorsa, si fa più consistente l’ipotesi di riforma dell’Euribor (Euro Interbank Offered Rate), il tasso medio sulle transazioni finanziarie in euro tra le grandi banche europee, oggi utilizzato come parametro di riferimento per il calcolo del tasso variabile applicato ai mutui. Obiettivo della riforma: rendere l’indice più affidabile e reale attraverso una metodologia più trasparente e capace di scongiurare il più possibile eventuali manipolazioni illecite da parte delle banche a danno dei consumatori. Cosa che si è già verifica in passato e che, una volta scoperta, è costata a Barclays, Deutsche Bank, Rbs, Société Générale, JPMorgan, Credit Agricole e Hsbc sanzioni per quasi un miliardo e mezzo di euro totali.
Attualmente, l’Euribor viene determinato attraverso un giro mattutino di telefonate tra 20 grandi banche che costituiscono il panel e che si scambiano le rispettive rilevazioni, ma, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, tale metodo verrà mandato in soffitta entro la fine del 2019. L’European Money Market Institute (Emmi), l’organismo che governa l’Euribor, sta infatti lavorando su un nuovo modello ibrido, che dovrebbe vedere la luce entro la fine di quest’anno. Il nuovo sistema si baserà – come dichiarato dal segretario generale dell’Emmi Guido Ravoet al quotidiano di Confindustria – “sulle transazioni di mercato quando appropriate e disponibili, e nel caso in cui non lo siano, verranno utilizzati altri dati”. Il nuovo modello dovrebbe poi prevedere anche un allargamento del panel bancario.
E’ ancora presto per dire quale sarà l’impatto della riforma sui mutui stipulati dai consumatori anche se per ora gli esperti ipotizzano che una soluzione ibrida potrebbe dare maggiori garanzie di stabilità e minori rischi di manipolazione. Se i tempi verranno rispettati, alla definizione del nuovo schema fissata per la fine del 2017, dovrebbe seguire una sperimentazione di due anni per permettere al nuovo regime di entrare in vigore entro la fine del 2019. Un’operazione che si annuncia in tutti i casi complicata. Basti pensare alle modifiche da apportare ai contratti legati all’Euribor: un mercato che vale complessivamente 180mila miliardi di euro, dei quali 1.000 relativi ai mutui.
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