
Cashback tributario: potrebbe partire dal 2023
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Stando a quanto riporta la Cgia, l'aumento del carico fiscale sui clienti potrebbe rappresentare un ottimo modo affinché le banche aumentino i propri servizi e le offerte. Tuttavia, tali aumenti non devono essere del tutto ingiustificati, altrimenti c'è il rischio di un forte sbilanciamento del mercato. Viene stimato, difatti, che già prima dalla fine del 2019 la pressione fiscale sfiorerà il 43% toccando così uno dei più alti picchi degli ultimi anni.
L'aumento, d'altro canto, è strettamente necessario in quanto collegato all'aumento del PIL italiano. Nonostante le varie previsioni, ancor oggi risulta del tutto prematuro parlare della consistenza dell'aumento, sebbene si possa già affermare con una certezza pressoché assoluta che l'aumento ci sarà comunque. Per avere maggiori dati e stabilire l'entità dell'aumento con più precisione, si rende necessario attendere i dati provenienti dalla trimestrale di cassa. Oltretutto, l'asticella dei prezzi è destinata a salire ulteriormente negli anni a venire. Secondo le stime più ottimistiche il livello del carico fiscale dovrebbe attestarsi attorno ai 43%.
Si tratta di un fattore destinato a influire soprattutto su tutto ciò che riguarda la gestione dei conti correnti e dei servizi Bancomat. A ricordarlo è la stessa Cgia, la quale conferma che il carico fiscale riguarderà per lo più gli istituti di credito e gli enti di finanziamento, come le assicurazioni nonché le grandi imprese. Questo è il motivo principale per cui le banche potrebbero riversare sui clienti gli oneri derivati dal maggior carico fiscale. In questo caso saliranno le commissioni bancarie, che al giorno d'oggi rappresentano il 40% netto dei ricavi degli istituti di credito.
I clienti stessi dovranno prestare molta attenzione ai costi legati ai servizi bancomat o quelli relativi ai conti correnti.
Bisogna anche dire che gli aumenti di questo genere potranno essere evitati. Per questo il Governo prevede una possibile manovra correttiva che potrebbe riequilibrare il bilancio eliminando quindi la possibilità degli eventuali rincari. Proprio a questo proposito, l'ente della Cgia ricorda la sentenza emessa dalla Corte Costituzionale per via della quale potrebbero mancare ben 4 miliardi di euro derivanti dalla rottamazione delle varie cartelle esattoriali.
A tutto questo si aggiungono altri 18 miliardi di euro derivanti dalla privatizzazione dei beni dello Stato con tutti i benefici derivanti. Si tratta di un obiettivo per molti sovrastimato, ma comunque realizzabile. Per via della fatturazione elettronica, poi, nelle casse dello Stato potrebbero arrivare ben altri 2 miliardi di euro, un importo che a molti esperti sembra comunque estremamente difficile da raggiungere.
L'aumento della pressione fiscale potrebbe essere ulteriormente influenzato dal rallentamento dell'economia italiana. A tutto questo si aggiungono anche altre motivazioni: una crescente difficoltà legata alla produttività in alcuni settori, nonché il bisogno di dare una spinta allo stato generale dell'economia. Questo richiederebbe allo Stato d'implementare altre tasse per le famiglie.
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