
I migliori conti correnti online di Maggio 2022
I conti correnti online hanno rivoluzionato il...
L'inflazione è in crescita: +3% su base annua.
È un record dal 2012.
In Ottobre, secondo il calcoli dell'Istituto nazionale di Statistica (Istat), l'indice italiano dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic) è arrivato a un aumento dello 0,7% su base mensile e del 3,0% considerando un anno (a settembre era a +2,5%).
Come spiega il sito della Borsa italiana, "l'inflazione indica una crescita generalizzata e continuativa dei prezzi nel tempo. È un indicatore fondamentale, perché il livello dei prezzi condiziona il potere di acquisto delle famiglie, l'andamento generale dell'economia, l'orientamento delle politiche monetarie delle banche centrali".
L'Istat (ente pubblico di ricerca) ritiene che l'ulteriore accelerazione dell'inflazione sia stata parzialmente causata, anche in Ottobre, dall'incremento dei prezzi dei beni destinati alla produzione di energia (in particolare, petrolio e gas). Accelerano, rispetto a Settembre, anche quelli dei servizi relativi ai trasporti, seppure in modo inferiore.
Sono ormai 4 mesi di fila che l'inflazione cresce. Mentre a Dicembre 2020 si registrava un calo, nel 2021 si è arrivati "a una crescita di un’ampiezza che non si registrava da Settembre 2012 (quando fu pari a +3,2%)", precisa l'Istat. Aggiunge: "I beni energetici continuano a essere protagonisti, contribuendo per più di due punti percentuali all’inflazione e spiegando buona parte dell’accelerazione rispetto a Settembre".
Quali sono le prospettive? Secondo la Banca centrale europea (Bce), l'inflazione - in rialzo in tutta l'UE - è destinata a scendere, parallelamente al calo dei costi dei prodotti energetici, entro i primi sei mesi del 2022.
Tuttavia, nel frattempo, un'inflazione elevata, oltre incidere sulle spese dei consumatori, può anche intaccare i risparmi dei cittadini. Perché? Se i prezzi crescono velocemente, il denaro depositato sui conti correnti, che oggi non offrono alcun rendimento, si svaluterà proporzionalmente al tasso di inflazione: in altre parole, se abbiamo 100 sul conto, col 3% di svalutazione questi varranno 97. Un discorso simile vale per i titoli di Stato.
Carlo De Luca, di Gamma Capital Markets, recentemente intervenuto a Sky TG24 Business, ha consigliato ai risparmiatori: "Bisogna mantenere una quota di azioni nel proprio portafoglio. Se l'inflazione dovesse essere più duratura, le azioni tenderebbero a preservarne il costo". Le azioni infatti, sebbene presentino qualche fattore di rischio in più, potrebbero compensare la perdita di valore reale dei risparmi.
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