La Corte di Cassazione è recentemente intervenuta nell'ambito delle assicurazioni auto per decidere su una questione abbastanza spinosa, riguardante l'aumento del premio che tocca agli automobilisti coinvolti in un sinistro stradale. Ebbene, con la sentenza n° 18603/2016, la Cassazione ha ribadito che tale aumento non è sempre automatico.
Nel caso specifico una donna aveva fatto ricorso contro la propria compagnia d'assicurazione perché, pur avendo contestato il sinistro e pur avendo trovato tutti gli elementi dalla sua parte, si era vista aumentare il premio della polizza auto senza un'apparente ragione. La Cassazione ha stabilito invece che se l’assicurato contesta espressamente il sinistro verificatosi, fornendo anche i nomi degli eventuali testimoni, spetta alla compagnia dimostrare di aver svolto le dovute valutazioni della fondatezza e serietà degli elementi circostanziali forniti, senza le quali non può disporre nessun aumento automatico della classe di rischio. In altre parole, se il sinistro è contestato la compagnia ha l'onere di spiegare il motivo dell’aumento del premio.
Ricordiamo che le conseguenze per chi causa un incidente stradale riguardano la perdita di due classi di merito CU (e per tornare alla classe precedente bisogna aspettare almeno due anni), l'aumento del premio per il meccanismo del bonus-malus e la segnalazione del sinistro per 5 anni sull'attestato di rischio. Viceversa coloro che sono coinvolti in un incidente senza colpa, non vedono toccata la propria classe di merito e hanno diritto a un risarcimento da parte dell'altro conducente. Può succedere però che una compagnia contesti la versione del proprio assicurato, riscontrando per esempio un concorso di colpa: ma come ha ribadito la Corte di Cassazione con l'ultima sentenza, l’assicurazione è comunque tenuta ad esaminare le prove del proprio cliente, altrimenti viola il contratto che lega i due soggetti e non può imporre alcun aumento del premio.