Dogana: cosa si può portare e come comportarsi?

Le informazioni sulla dogana sono estremamente importanti quando si viaggia all'estero per avere piena consapevolezza di quello che si può portare in Italia senza avere spiacevoli sorprese alla dogana. Tornare a casa con un liquore particolare o un oggetto dell'artigianato locale del paese straniero rischia di trasformarsi in un incubo in aeroporto con conseguenti perdite di tempo e soprattutto di denaro. Quindi è bene conoscere tutte le informazioni e le normative relative all'importazione di prodotti nell'Unione Europea e nel resto del mondo, con un'attenzione particolare nel caso in cui si decida di portare a casa animali, piante protette o beni di natura culturale.
Che cosa si può acquistare nell'Unione Europea
Cominciando dall'Unione Europea, in generale non si hanno grandi problemi sui prodotti generici acquistati in un qualunque paese europeo. Ci sono, tuttavia, alcune specifiche eccezioni che è bene sapere in anticipo così da non avere problemi alla dogana. Il tabacco ad esempio può essere acquistato e riportato con sé a casa in valigia entro un certo quantitativo preciso, pari a 800 sigarette, numero che scende a 300 nel caso in cui si torni da Paesi come la Bulgaria, oppure la Croazia, o ancora la Lettonia, o anche la Lituania, oppure la Romania e l'Ungheria. La cifra riguarda anche i sigari, che devono essere al massimo 200, i sigaretti che possono essere importati al massimo per 400 pezzi o il tabacco sfuso che non può eccedere il chilogrammo. L'altra limitazione in Unione Europea riguarda gli alcolici. Per i superalcolici la limitazione è pari a 10 litri, per gli alcolici con un tasso alcolico inferiore al 22% sono ammessi 20 litri, per il vino 90 litri e per la birra massimo 110 litri. Infine, l'ultima norma riguarda il denaro, che può essere trasportato in contanti senza problemi entro i 10mila euro per ciascun viaggiatore, oltre questa cifra va compilato un documento apposito.
Che cosa si può importare al di fuori dell'Unione Europea
Se invece si va fuori dall'Unione Europea, i limiti si fanno naturalmente più stringenti, a cominciare dal valore economico dei beni che si portano nel proprio bagaglio personale, che non devono eccedere i 300 euro a pena di pagare i dazi doganali. Si deve trattare di un'importazione occasionale e destinata a uno utilizzo personale da parte di chi viaggia. Quindi, per semplicità, ricordi di viaggio o regali, non prodotti importati per un successivo scopo di lucro. Il valore economico di 300 euro aumenta fino a 430 se si viaggia in aereo o in mare, e si contrae fino a soli 150 euro se si tratta di bambini con meno di 15 anni di età. Oltre questi valori, se consentito dalle normative, il viaggiatore può comunque portare con sé i prodotti ma deve pagare le tasse doganali su di essi.
Tornando in Italia da Paesi fuori dall'Europa, si possono portare al massimo 200 pezzi di sigarette, oppure una cinquantina di sigari o al massimo 250 grammi di tabacco sfuso. Per quanto riguarda gli alcolici, nel caso di una gradazione superiore al 22% se ne può importare massimo 1 litro, che diventano 2 se la gradazione scende al di sotto del 22%, di vino se ne possono importarne al massimo 4 litri e di birra 16. Il limite dei 10mila euro vale anche se si ritorna da un Paese extra UE. Nel caso in cui poi si stia viaggiando con degli oggetti personali di un certo valore, potrebbe accadere di dover dimostrare l'acquisto o l'importazione.
Ci sono poi dei casi particolari di dogane all'estero, ad esempio per gli animali esotici come i pappagalli o le tartarughe o anche i serpenti. In questo caso bisogna dotarsi dell'apposito certificato sanitario e del rilascio da parte del Paese di provenienza. Va cioè dimostrato che non si stanno introducendo degli animali senza permesso in Italia. L'importazione è invece vietata se si tratta di specie animali protetti o a rischio di estinzione o di specie vegetali protette, come nel caso di orchidee particolari o anche di cactus. Se si vogliono importare prodotti particolari, come una zanna di elefante o un oggetto in avorio o in corallo, o anche in pelle di serpente o di rettile, si deve comunque esibire il cosiddetto certificato CITES.
In alcuni casi ci sono anche delle restrizioni sugli alimenti e soprattutto sui beni culturali. Per questi ultimi si dovrà esibire la fattura che provi l'acquisto del bene in questione e dichiarare sempre che si trasporta un bene del genere alla dogana.
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